Fotografia di anonimo, Thiers, Francia centrale, primi del XX secolo. Nella cartolina, una tipica giornata di lavoro all’interno di una coltelleria di Thiers. Nella Francia del primo Novecento, l’affilatura dei coltelli rappresentava una tradizionale nonché essenziale attività manifatturiera, certamente faticosa ed estenuante.
Gli operai thiernois svilupparono dunque un metodo peculiare per meglio sopportare le fatiche fisiche del lavoro: adoperare la mola ma in posizione prona, così da non gravare sulla schiena, la parte in assoluto più sollecitata nello svolgimento della mansione. Di quegli anni e di quelle lunghe giornate di lavoro sono rimasti molti scatti fotografici, oggi conservati nei musei di Thiers, deliziosa cittadina incastonata tra i sinuosi rilievi dell’Alvernia-Rodano-Alpi e trapassata da parte a parte dall’impetuoso fiume Durolle.
Proprio il corso d’acqua da sempre gioca un ruolo di primo piano nell’industria della coltelleria. Il moto vigoroso dell’acqua rappresentò a lungo l’unica fonte di energia per le aziende della città. Oggi questo ruolo è stato in parte sommesso, ma non per questo trascurato.
Thiers non ha mai potuto vantare il possesso di risorse primarie – ferro prima, acciaio poi per le lame; arenaria per le mole – eppure si è imposta nel tempo come primo centro del paese per produzione di coltelli. Un’industria nata piccola ma divenuta grande nei secoli. I primi coltelli di Thiers iniziarono ad affermarsi a livello regionale, per quantità e qualità, già a partire dal basso Medioevo. Con l’età moderna avvenne la definitiva consacrazione: nel XVIII secolo la città esportava i suoi prodotti di punta in tutto il Mediterraneo, avendo mercati di riferimento anche in India.
Durante l’Ottocento la produzione di coltelli conobbe una marcata industrializzazione; riflesso di questo cambiamento fu l’introduzione del concetto di “catena d’assemblaggio“. Ogni operaio iniziò ad occuparsi delle singole fasi produttive, specializzandosi e adottando tecniche ottimali. Una di queste riguarda proprio la posizione adottata durante le fasi di rodaggio. I responsabili dell’affilatura e della sagomatura dei coltelli a cavallo tra XIX e XX secolo prendevano il nome di “pancioni gialli” per via della polvere gialla, generatasi dal contatto delle lame con la mola, che andava a posarsi all’altezza del ventre.
Non un lavoro semplice, verrebbe da dire. Il rumore all’interno delle aziende era a dir poco assordante e le mole non sempre erano una garanzia di sicurezza. Purtroppo ci furono dei casi in cui uscirono dall’asse portante, mietendo vittime tra i lavoratori.
Oggi Thiers continua ad essere la capitale francese dei coltelli. La cittadina rappresenta da sola l’80% della produzione nazionale ed è fonte d’occupazione per più di 2.000 operai. Una storia che parte da molto lontano, ma che delle fotografie di un secolo fa riescono a raccontare nella più efficace e diretta semplicità.