Nel contesto delle Guerre Borgognone, fortemente volute da Carlo il Temerario, duca di Borgogna, per unificare i suoi territori durante la seconda metà del XV secolo, hanno avuto luogo delle battaglie dall’importanza significativa. Alcune di queste – ad esempio la battaglia di Grandson – sono passate alla storia per via del loro sviluppo e dei risvolti immediatamente successivi. In tal senso, un detto tradizionale svizzero, dalla natura prettamente storica, recita: “A Grandson Carlo perse le ricchezze, a Morat perse l’onore, a Nancy perse la testa”. Capiamo insieme il significato di queste parole.
Le forze in gioco nel 1476, anno in cui va in scena la battaglia di cui vogliamo parlarvi, erano abbastanza delineate. Dopo aver ottenuto un temporaneo armistizio da Francia e imperatore, a Carlo, duca di Borgogna, restava da sottomettere la Confederazione svizzera. Per farlo, il Temerario decise di intervenire militarmente (e all’epoca l’esercito borgognone faceva tremare chiunque si contrapponesse) attaccando il cantone di Berna da ovest.
Carlo prese di mira la fortezza di Grandson, sul lago di Neuchâtel. La guarnigione svizzera a difesa delle mura si arrese una volta compresa la superiorità borgognona. Il duca, che sicuramente aveva buon cuore e forte di una spiccata benevolenza, decise di far pendere dagli alberi i 412 uomini che avevano chiesto pietà in cambio della loro sottomissione. Ma è qui che le cose per il Temerario iniziano a farsi complicate. Le truppe confederate si stavano avvicinando per riprendersi la città persa.
Le due forze, simili per quantità, si fronteggiarono nella nota battaglia di Grandson. Per motivi non meglio accertati (si dice che un ripiegamento volontario voluto da Carlo sia stato interpretato come una ritirata dai suoi), le truppe svizzere umiliarono quelle borgognone, causando la rotta dell’esercito ducale. Oltre che a riconquistare la cittadina, gli svizzeri si appropriarono del bottino di guerra finora accumulato dai borgognoni. Mica male.
Ma il detto cita altre due località, tra cui Morat. Eh sì, perché il duca riorganizzò l’esercito con la volontà di prendere quantomeno Losanna, ma per farlo doveva conquistare la piazzaforte di Morat. L’assedio, nel giugno del 1476, fu un insuccesso vista la notevole resistenza svizzera. Carlo, per la seconda volta nell’arco di pochi mesi, dovette ritirarsi.
Resta Nancy. Alcuni territori in Lorena soggetti al ducato borgognone, capeggiati da Renato II, si ribellarono. Una ribellione che si tradusse in scontro campale nei pressi di Nancy. I cantoni svizzeri non intervennero direttamente nella dura battaglia, ma fornirono truppe di supporto ai lorenesi. Accerchiato e ormai sconfitto, Carlo il Temerario cadde in battaglia. Le mire espansionistiche del duca costarono caro alla Borgogna, che da terza potenza sul continente (dopo Francia e Impero) divenne territorio soggetto a spartizione tra le potenze vincitrici. Chi troppo vuole nulla stringe.