Almanacco del 23 novembre, anno 1654: il filosofo e matematico Blaise Pascal si converte al cristianesimo, propriamente a una corrente eretica, il giansenismo. Bambino prodigio e autore di eminenti trattati scientifici, a seguito di una crisi mistica decise di voltare le spalle alla propria carriera e di dedicarsi ad un nuovo percorso. Divenne un teologo e su questo campo del sapere incentrò le sue riflessioni filosofico-religiose fino ai suoi ultimi giorni.
Originario dell’Alvernia perse ben presto la madre, a soli due anni nel 1625, per via delle complicanze di un parto, e da quel momento il padre si occupò dell’educazione dei figli. Blaise si dimostrò precoce negli studi rivelando un talento per la matematica e la fisica. Il padre, magistrato, aveva ricevuto un incarico dal cardinale Richelieu e per questo era partito alla volta di Rouen con al seguito il figlio.
Proprio nella cittadina di Rouen, dove rimasero dal 1639 al 1647, Blaise, compose la sua prima opera scientifica incentrata sulle sezioni coniche. Durante il soggiorno a Rouen il padre si procurò una ferita cadendo da cavallo, e per la quale venne curato da dei giansenisti. I due uomini convinsero Etienne e Blaise ad abbracciare idee religiose gianseniste.
Il Giansenismo è un movimento religioso e politico fondato sulle teorie del teologo olandese Cornelius Otto Jansen, autore di un trattato condannato con decreto dell’Inquisizione nel 1641. La dottrina prevedeva l’estremizzazione di un concetto agostiniano inerente la grazia e l’idea di predestinazione. La diffusione del culto a partire dal Belgio e dall’Olanda raggiunse la Francia. Nel regno dei cattolicissimi sovrani, un centro di diffusione dell’eresia divenne l’abbazia di Port-Royal, in cui operò lo stesso Pascal.
Colpito severamente da una malattie che lo tormentava da molti anni, lasciò lo studio della matematica nel 1650, per poi riprendere a scrivere trattati dal 1653. L’anno successivo a seguito di un incidente in carrozza, decise di abbandonare – questa volta definitivamente – gli studi empirico-scientifici. Si ritirò come laico proprio in quel di Port-Royal. Si dedicò così solo alle riflessioni teologiche intervenendo nella disputa tra la Sorbona e i giansenisti, in difesa di questi ultimi.
Pubblicò a tal proposito delle lettere utilizzando lo pseudonimo di Louis de Montalte. Proprio in questo periodo, l’ultimo della sua vita, concepì l’idea di redigere un’opera apologetica del cristianesimo oltre che del giansenismo. La salute non glielo permise morendo a soli trentanove anni probabilmente a causa di un grave male.