Sul finire degli anni ’50, mentre il regime del dittatore Fulgencio Batista era osteggiato dai ribelli di Castro, quale modo migliore di distogliere l’attenzione se non organizzare un Gran Premio a Cuba? Questo si tenne nel 1957 e fu un successo. Vi partecipò e lo vinse il 5 volte campione Juan Manuel Fangio. Ciò avrebbe dato grande risonanza all’evento, promuovendo Cuba ed il suo regime dittatoriale.
Fangio aveva vinto, come già detto, 5 mondiali di corse automobilistiche: nel 1951, 1954, 1955, 1956 e 1957. Era nato in Argentina ed è stato il più vincente pilota fino all’ascesa di Schumacher. La sua vittoria diede risonanza all’evento cubano, che formalmente non faceva parte dei circuiti in cui si competeva per il titolo mondiale.
Il successo dell’evento voleva dire solo una cosa: il Gran Premio di Cuba si sarebbe ripetuto. Nel 1958 il regime lo riorganizzò ed i piloti, fra cui ora, attratti dalla competizione con Fangio, vi erano numerosi volti noti, alloggiarono al lussuoso Hotel Lincoln.
Fangio avrebbe avuto molto più filo da torcere in quell’anno ma i componenti del “Movimento Rivoluzionario 26 luglio” di Fidel Castro non la pensavano allo stesso modo. Uno dei membri aspettò Fangio sotto il lussuoso hotel, chiaramente armato, e lo invitò a seguirlo in auto. Dopodiché si spostarono in un’altra vettura e raggiunsero il luogo della prigionia dorata.
Il pilota infatti racconta di quanto bene venne trattato durante in rapimento: una bistecca come pasto e gentilezza nei suoi confronti. Non era un rapimento per odio verso di lui, si può capire facilmente. Ciò che si cercò di fare era di mettere in cattiva luce il regime di Batista ma questi, nonostante tutto, decise di far partire lo stesso la gara. Macchie d’olio erano vistose sul circuito e si pensò ad un altro sabotaggio ma in realtà erano dovute a danni ad una vettura. Ciò portò il pilota cubano Armando García Cifuentes a schiantarsi contro un drappello di 100 spettatori circa. La tragedia costò 30 feriti e 7 morti.
Fangio sarà liberato il giorno dopo la gara e commenterà quasi ironicamente l’accaduto dicendo del buon trattamento riservatogli e che era contento, da argentino, di essere stato rapito se per una buona causa. Se il Gran Premio non finì bene almeno il rapimento andò alla grande, senza nessun morto o ferito.