Almanacco del 14 novembre, anno 1889: la giornalista investigativa americana Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran, parte dal New Jersey per compiere un’impresa memorabile. La Bly non vuole solo essere la prima donna a compiere il giro del mondo, ma vuole essere la prima a farlo in meno di 80 giorni. Vi riuscirà, impiegandovene solo 72.
Il 14 novembre 1889 l’intraprendente Nellie Bly prese una nave nel porto di Hoboken, New Jersey, e salpò per il suo viaggio di 40.000 km. L’allora venticinquenne aveva concepito l’idea dopo aver letto il libro di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni. La giornalista che lavorava per il New York World non lo sapeva, ma un’altra donna, Elizabeth Bisland, redattrice presso il Cosmopolitan, era stata ingaggiata per battere l’eventuale record della Bly. Entrambe partirono lo stesso giorno, il 14 novembre; ma se il piroscafo sul quale salì Nellie Bly era diretto in Inghilterra, quello su cui mise piede la Bisland volgeva verso il Pacifico, quindi nel senso opposto.
Bly utilizzò numerose forme di trasporto – ad esempio la già citata nave, treni, un risciò, un sampan, asini e cavalli – nei suoi viaggi attraverso l’Europa (passò anche in Italia, via Brindisi), l’Egitto, l’odierno Sri Lanka, Singapore e Hong Kong. Puntualmente inviava resoconti della sua esperienza al New York World, che ottenne un notevole aumento di lettori. D’altronde questo era lo scopo per la testata sensazionalistica. Bly si sforzò persino di incontrare Verne ad Amiens, in Francia, dove l’autore le augurò buona fortuna.
La giornalista portò con sé il vestito che indossava, un robusto soprabito, diversi cambi di biancheria intima e una piccola borsa da viaggio con prodotti essenziali per l’igiene. Viaggiò con in tasca banconote e oro per il valore di 200 sterline inglesi. Non era però completamente sprovvista di valuta statunitense. Ho scritto “in tasca” ma sarebbe più corretto dire “legato al collo”. Sì, perché Nellie Bly nei suoi 72 giorni di viaggio non si separò quasi mai dalla borsa portavalori legata al collo.
Quando raggiunse Hong Kong venne a scoprire del contemporaneo viaggio di Elizabeth Bisland. Nonostante il fastidio che le provocò la notizia, non si scomodò e disse: “Non voglio gareggiare. Se qualcun altro vuole fare il viaggio in un tempo minore, sono affar suoi”. Con un viaggio relativamente così lungo, il New York World dovette escogitare un modo per mantenere vivo l’interesse dei lettori. Nacque l’idea del “Bly Guessing Match” con il quale si chiedeva ai partecipanti di stimare al secondo l’arrivo della giornalista nell’ultima tappa, la Grande Mela. Il vincitore si sarebbe assicurato un viaggio a spese della redazione in Europa.
Bly ebbe il tempo di visitare una colonia di lebbrosi in Cina e compare una scimmia, in uno degli affollati mercati di Singapore. La giornalista investigativa tornò finalmente a New York 72 giorni, 6 ore e 11 minuti dopo aver lasciato Hoboken. Mentre Bisland impiegò quattro giorni in più per tornare alla base. Nellie Bly divenne una celebrità negli USA; la sua impresa tuttavia ebbe fin da subito i “mesi contati”.
Il viaggio della Bly a quel tempo fu un sensazionale primato di livello globale. Tuttavia qualche mese dopo George Francis Train stabilì un nuovo record, completando il viaggio intorno al mondo in 67 giorni. Nel 1913, Andre Jaeger-Schmidt, Henry Frederick e John Henry Mears migliorarono ancora una volta il primato, completando il viaggio in meno di 36 giorni.