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Olimpiade, chi era davvero la madre di Alessandro Magno?

Parliamo sempre di Alessandro Magno, ci divertiamo a demolire il film Alexander con il biondo crinito Colin Farrell, ma non ci soffermiamo mai su Olimpiade, la madre di Alessandro Magno (fra l’altro interpretata da Angelina Jolie nel suddetto film). Ecco perché oggi andremo a conoscere meglio questa figura: principessa? Regina? Sacerdotessa? Abile intrallazzatrice politica? E perché non tutto questo insieme?

Olimpiade, chi era costei?

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Il nome originario di Olimpiade era Myrtale. Nata in Epiro intorno al 375 a.C., era la figlia del re Neottolemo I dell’Epiro (secondo il mito diretto discendente di Neottolemo, il figlio di Achille e Deidamia e di Andromaca, la moglie di Ettore). Dunque era una principessa. Rimase ben penso orfana di padre, lo zio Aribba, divenuto re dell’Epiro al posto del fratello, decide di dare la nipote sedicenne in sposa a Filippo II di Macedonia, grazie ad accordi diplomatici.

Olimpiade non era la prima moglie di Filippo II: ne era la terza. Donna colta (la istruì Aristotele), ecco che si vide esiliare dal marito nel 357 a.C. Solo che poco dopo Filippo dovette abbozzare e richiamarla a Pella, in quanto era incinta. Da Filippo ebbe due figli: Alessandro, il primogenito, nato nel 356 a.C. e Cleopatra.

Sempre nel 356 Filippo le cambiò il nome in Olimpiade, visto che aveva vinto nei giochi Olimpici. Ci sono però leggende che sostengono che Filippo non fosse il padre di Alessandro, bensì lo fosse Zeus il quale, sotto forma di serpente, si sarebbe infilato nel letto di Olimpiade. Lo stesso Alessandro Magno avallava tale tesi.

Quello che è certo è che Olimpiade e Filippo non si amarono mai. Lui era un poligamo incallito, lei era una devota ai riti dionisiaci e orfici (da qui le dicerie relative ai serpenti). L’unico legame saldo di Olimpiade fu quello con Alessandro: i due erano estremamente legati.

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Crediti foto: @Sp!ros, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Ad un certo punto, però, Filippo decise di sposare Euridice, la figlia del suo generale Attalo. Lo stesso Attalo, durante il matrimonio, offese Alessandro, il quale aveva preso le difese della madre. Così Alessandro e Olimpiade decisero di abbandonare la corte e recarsi a quella dello zio Alessandro I, il fratello minore di Olimpiade. Qui Olimpiade si diede da fare: prima cercò di convincere il fratello a entrare in guerra contro la Macedonia, poi cercò di negoziare il matrimonio di Alessandro con la figlia di Pissodaro, il re di Alicarnasso.

La cosa infastidì alquanto Filippo che stava pianificando una spedizione in Asia. Un anno dopo, Alessandro, in quanto erede di Filippo, fu richiamato a Pella, mentre Olimpiade rimase in Epiro. La situazione, però, cambiò nel 336 a.C. Durante il matrimomio fra Alessandro I d’Epiro e Cleopatra, la figlia di Olimpiade e Filippo II, ecco che quest’ultimo fu assassinato da Pausania di Orestide, una delle sue guardie del corpo.

Inutile dir che si vocifera da sempre che nell’omicidio ci fosse lo zampino di Olimpiade. E il fatto che quest’ultima fece erigere un monumento in onore di Pausania la dice lunga su come andarono le cose.

Ovviamente Alessandro divenne re di Macedonia, sostenuto da Olimpiade che aiutò il figlio a sbarazzarsi dei rivali al trono. Fra l’altro Olimpiade riuscì a costringere al suicidio Euridice, la nuova moglie di Filippo, uccidendone anche i figli.

Ma non furono sempre rose e fiori fra Olimpiade e Alessandro. Durante la ribellione delle città greche, i due ebbero degli screzi. Tanto che anche se aiutò Alessandro a reprimere la ribellione, successivamente Alessandro decise di tenerla lontana dal potere.

Durante i 12 anni in cui Alessandro fu impegnato in Asia per le sue guerre di conquista, il governo della Macedonia non andò alla madre, bensì a un reggente. I due continuarono a parlarsi via lettera, ma Alessandro ne ignorò sempre i consigli, soprattutto quelli relativi a Efestione e ai suoi amici privati e quelli inerenti le decisioni del reggente.

A dir il vero Olimpiade e il reggente non si sopportavano e ciascuno si lamentava dell’altro costantemente con Alessandro. Verso il termine della sua vita, Olimpiade, insieme alla figlia Cleopatra, aveva praticamente allontanato il reggente dal governo, motivo per cui Alessandro decise di sostituirlo. Ma quando Alessandro morì (con Olimpiade che sospettava un coinvolgimento dell’ex reggente), ecco che l’ex reggente tornò in carica.

Olimpiade dovette così scappare in Epiro, dove regnava il cugino, quel re Eacide che sarebbe diventato il padre di Pirro. Cercò di indurlo a combattere contro Antipatro, l’ex reggente, ma non ci riuscì. Le andò meglio con Leonnato, promettendogli la mano della figlia Cleopatra, ma fu sconfitto. Così offrì la mano della figlia al nuovo reggente, Perdicca (salito al potere perché il presunto erede di Alessandro, il fratellastro Filippo Arrideo, era debole di mente), ma questi fu ucciso dai suoi ufficiali.

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Crediti foto: @PictureObelix, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Così Olimpiade dovette rimanere in Epiro, aspettando la morte di Antipatro. Il nuovo reggente decise di appoggiare Olimpiade contro il figlio di Antipatro e le chiese di tornare a Pella. Ma Olimpiade, pur sostenendolo, si guardò bene dal tornare in Macedonia.

Dopo tre anni, però, decise di guidare un esercito fornito dal cugino. L’esercito macedone si rifiutò in massa di combattere contro la madre di Alessandro e Olimpiade riuscì a tornare al potere. Per poco, però. Come in precedenza, si diede ampiamente da fare a far tacere rivali e oppositori, cosa che i macedoni non apprezzarono particolarmente.

Il figlio di Antipatro, Cassandro, tornò in patria e decise di assediare Pella, dove Olimpiade si era rinchiusa al nipote, Alessandro IV e a Rossane, la moglie di Alessandro Magno. Alla fine la popolazione non ne poté più della situazione e convinse Olimpiade ad arrendersi. Il patto era che dovesse aver salva la vita, ma Cassandro la condannò a morte.

Siamo nel 316 a.C. e la vita di Olimpiade giunse a termine, ma non si sa esattamente come. Secondo alcuni, optò per il suicidio, altri che fu strangolata, ma non prima di aver affrontato la folla e i sicari che si paravano di fronte a lei. Come ultimo gesto di spregio, Cassandro vietò per lei i pubblici funerali.