Il gergo politico italiano è molto ricco di definizioni e di modi di dire unici e, alle volte, anche simpatici. Uno di questi, senza ombra di dubbio, è quello di “Governo balneare“. Si tratta di una definizione di facile comprensione, ma altrettanto acuta e pungente, volta a sottolineare la brevità e la poca incisività di un esecutivo, o il suo carattere transitorio, almeno nella maggior parte dei casi, senza troppo generalizzare.
Il modo di dire si ritrova, per la prima volta, riferito al governo Bonomi I, risalente al 1921. Si trattò di un governo che durò qualche mesetto in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe leggendo la sua definizione. Dal 4 luglio 1921 al 26 febbraio dell’anno successivo l’avvocato e politico italiano del Partito Socialista Riformista guidò un debole esecutivo. Cadrà per il cessato appoggio dei democratici sociali e per la loro mozione di sfiducia.
Tra l’agosto del 1953 e il gennaio dell’anno successivo l’epiteto toccò al governo Pella. Più propriamente ci si riferiva a quel governo come “governo amministrativo” poiché il candidato accettò l’incarico di formazione dell’esecutivo senza riserva alcuna. Ancora una volta si trattò di una guida però molto flebile e poco duratura, che gli guadagnò il posto fra i “governi balneari”.
Erano questi gli anni clou però e, proprio in questi frangenti (nel 1951 n.d.r.) Andreotti fu uno dei primi ad utilizzare apertamente questa definizione. Durante l’ennesima crisi di governo e le dimissioni di De Gasperi, davanti alla proposta dualistica di “crisi o rimpasto?“, il divo rispose “Non si può fare un governo balneare“. Spoiler: sarà quello che accadrà di lì a breve, nel giro di pochi anni.
Il 21 giugno del 1963 nascerà il “Governo balneare” più famoso di tutti, proprio nel seno del partito di Andreotti stesso che lo deprecava una decina di anni prima. In quel caso, dopo il fallimento (momentaneo) di Moro di aprire i governi alla sinistra, cercava infatti l’appoggio dei consueti PRI e PSDI e per la prima volta del PSI, l’incarico passò a Giovanni Leone. Quel governo durerà fino al 5 dicembre dello stesso anno.
Allo stesso Leone toccherà un altro ingrato compito del genere, solamente 5 anni dopo. Nemmeno a farlo apposta, il Governo Leone II rimarrà in carica dal giugno al dicembre di quello stesso anno. Il politico sarà nominato sulla stampa come “Il gentiluomo napoletano chiamato al governo nei momenti difficili“. Ma questa è solo una delle numerose meraviglie della nostra “Prima Repubblica“, e dei suoi circa 50 esecutivi in una quarantina d’anni.