Per parlare di Tudor, si comincia, necessariamente, dal protagonista principale della vicenda: Hans Wilsdorf. Molti di voi già lo conosceranno come il creatore della Rolex, ed è corretto. Nel 1926 Hans ebbe però un’idea significativa ed estremamente valida: creare una casa “minore” ufficialmente distaccata dalla sua creatura principale. Nasceva così il marchio Tudor, anche se per la popolarità effettiva bisognerà attendere il dopoguerra.
Ma dove sta la genialità dell’imprenditore tedesco, padre dell’orologeria di lusso (con molti altri fratelli maggiori e minori n.d.r.)? Il colpo di genio è sicuramente frutto di una approfondita conoscenza delle logiche del libero mercato. Ciò che intralcia le scalate imprenditoriali, nella maggior parte dei casi, è la concorrenza. Bene, Hans allora si creò una sorta di concorrenza interna, in modo da convogliare gli introiti fuggiti dalla casa maggiore (Rolex) quanto più possibile verso la minore. (I due termini “maggiore” e “minore” si utilizzano senza esprimere nessun giudizio di merito).
Il primo modello a nascere sarà il Tudor Oyster, e il nome, ancora una volta, forse vi dirà qualcosa. Utilizzava infatti una cassa Rolex, quella chiusa ermeticamente come un “ostrica”, indicato dal nome del modello stesso. La casa elvetica si specializzerà infatti soprattutto in orologi subacquei e militari. Altro modello cardine, ancora oggi riedito in differenti forme, è il Tudor Prince, elegante e adatto alla quotidianità.
Ma “Tudor” e “Prince” non vi richiamano forse qualcosa alla mente? Perché Wilsdorf scelse un nome così altisonante? Si trattava di un chiaro riferimento alla casa regnante inglese, proprio per marcare il concetto di eleganza e quasi regalità che attribuiva alla nuova azienda. Il primo simbolo, precedendo l’ancora utilizzato scudo, era infatti la Rosa dei Tudor inglesi, e lo sarà fino a fine anni ’60. E all’Inghilterra si legherà nuovamente questo marchio fantastico.
La Royal Navy britannica adotterà il Tudor Prince come modello rappresentativo di una spedizione in Groenlandia alla metà del secolo scorso circa. Fra gli anni ’60 e ’80 poi anche i Seal americani e la marina francese adotteranno tale marchio come fornitore per vari corpi di marina. Anche se nasceva quasi come sorella minore di Rolex e ne adottava alcuni pezzi nei propri orologi, la casa elvetica si faceva strada verso il successo in autonomia.
Presente ancora oggi fortemente sul mercato, in anni recenti arriva uno degli ultimi capolavori dell’azienda: il Tudor Blackbay. Chiaramente nella breve storia narrata non si sono nominati tutti gli splendidi modelli creati a Ginevra, ma se avete la passione dell’orologeria e qualche soldo da spendere, fatevi un giro sui loro cataloghi e capirete da soli di che qualità e bellezza stiamo parlando.