Storia Che Passione
Rappresentazione di fantasia della battaglia di Zama del 19 ottobre 202 a.C.

Accadde oggi: 19 ottobre

Almanacco del 19 ottobre, anno 202 a.C.: presso Zama, nell’attuale Tunisia, avviene la resa dei conti fra la Roma e Cartagine. Il contesto storico è quello della Seconda Guerra Punica, il conflitto che vede Annibale varcare le Alpi a dorso di elefante per cogliere i Romani di sorpresa. Una strategia che nell’immediato paga: i Cartaginesi sbaragliano i Romani sul fiume Trebbia, sul fiume Ticino, presso il Lago Trasimeno e poi a Canne. Tuttavia, le ingenti perdite patite durante l’intera campagna militare, nella traversata alpina e negli scontri, non consentono ad Annibale di porre sotto assedio Roma. I celeberrimi Ozi di Capua consentono ai Romani di organizzare la controffensiva.

Rappresentazione di fantasia della battaglia di Zama del 19 ottobre 202 a.C.

Innanzitutto, volgono la propria attenzione alla penisola iberica, la cui costa sud-orientale pullula di colonie puniche. Proprio da lì passano le vie di rifornimento per i Cartaginesi in Italia, dato che il Mar Tirreno è presidiato dalla flotta romana. Conquistare l’area, quindi, significa tagliare le gambe ad Annibale. La spedizione è un successo: il generale Publio Cornelio Scipione conquista l’intera costa orientale e meridionale della penisola iberica, occupando anche Nova Carthago, l’attuale Cartagena.

Annibale Barca, generale cartaginese a Zama il 19 ottobre 202 a.C.

Ora è giunto il momento di portare la guerra direttamente in terra punica, l’unico modo per costringere i Cartaginesi a lasciare l’Italia. Il comando della campagna d’Africa è affidato nuovamente a Scipione, il quale ottiene una brillante successo presso i Campi Magni. Annibale, nel frattempo, è tornato in fretta e furia in patria. I due eserciti si incontrano, come dicevamo in apertura, presso la cittadina di Zama, non distante da Cartagine.

Annibale tenta di riproporre la tattica già usata a Canne, ossia l’accerchiamento delle truppe romane. E quasi ci riesce. Ma Scipione ha un asso nella manica, la cavalleria numida di re Massinissa. I Numidi sono una popolazione nordafricana che vive al confine con i territori cartaginesi che mal sopportava un vicino così potente. Costoro attaccano alle spalle Annibale, mentre i fanti romani resistono eccellentemente agli attacchi punici. Ora, quindi, ad essere stretto in una morsa è proprio il grande comandante cartaginese.

Publio Cornelio Scipione Africano, general romano a Zama il 19 ottobre 202 a.C.

La vittoria è dunque dei Romani. A Scipione sono tributati i più alti onori e gli è affibbiato il cognomen ex virtute (letteralmente “soprannome per merito”) di Africano. Roma ha appena inflitto una cocente sconfitta alla sua principale rivale nel Mediterraneo occidentale. Ed è solo l’inizio della sua inesorabile ascesa.