Almanacco del 18 ottobre, anno 1685: la Francia di Luigi XIV espelle i protestanti. Dal castello di Fontainbleau, vicino Parigi, il Re Sole emette l’omonimo editto che revoca la libertà di culto concessa un secolo prima da suo nonno, Enrico IV. In questo modo, numerosi protestanti francesi sono costretti ad abbandonare la propria patria. Ma vediamo dunque le ragioni di questa scelta.
Nel corso del Cinquecento la Francia è dissanguata da ben otto guerre di religione che vedono contrapposti la maggioranza cattolica e la minoranza protestante. La Riforma aveva lì attecchito attraverso la corrente calvinista. Infatti, i protestanti francesi erano conosciuti come ugonotti, mutuazione dal tedesco Eidgenossen, ossia “confederato”, in riferimento alla Confederazione Elvetica, dato che Giovanni Calvino, padre del calvinismo, aveva iniziato la sua predicazione nella città svizzera di Ginevra.
Alla guida del fronte ugonotto vi é Enrico di Borbone, che nel 1589 diviene re di Francia con il nome di Enrico IV. Per ottenere il trono di Francia abiura alla fede calvinista in favore di quella cattolica, ma non si dimentica affatto dei suoi ex correligionari. Nel 1598, infatti, emana l’Editto di Nantes, con il quale concede ai calvinisti libertà di coscienza, libertà di culto (eccetto in alcune aree cattolicissime, come Parigi) e la possibilità detenere un centinaio di piazzeforti. Questo punto è quello più spinoso, dato che costituisce aree autonome all’interno dello stato francese.
Di questa anomalia si accorge l’energico primo ministro di Luigi XIII, figlio e successore di Enrico IV, il celeberrimo cardinale Richelieu. Costui prosegue con forza l’accentramento dei poteri nella figura del sovrano e non può certo accettare autonomie locali, per di più di una fastidiosa minoranza come quella calvinista. Perciò, assedia e conquista la più importante delle piazzeforti, La Rochelle, e convince re Luigi XIII a revocare la possibilità per gli ugonotti di detenerle. La libertà di coscienza e culto, però, non sono intaccate.
Arriviamo dunque al 18 ottobre 1685. La Francia di Luigi XIV è la principale potenza europea. Ha ottenuto questo primato guerreggiando contro le altre due principali potenze cattoliche, la Spagna e l’Austria. Inoltre, la vicinanza diplomatica con i Turchi Ottomani, nemici storici degli Asburgo, porta il Re Sole a non unirsi alla grande coalizione cristiana che ha permesso il salvataggio di Vienna dall’assedio turco. Insomma, non proprio un atteggiamento da cattolicissimo sovrano.
Inoltre, è pure ai ferri corti con il papa per la questione delle nomine vescovili, dato che pretende che siano sottoposte alla sua verifica e approvazione. Perciò, per dimostrare la sua devotissima adesione alla causa cattolica, decide di revocare la libertà di culto ai sudditi protestanti. Ad una questione puramente d’onore si unisce anche la volontà di omogenizzare la società francese, in ossequio alla sua politica accentratrice.
L’Editto di Fontainbleau non prevede esplicitamente l’espulsione degli ugonotti. Costoro, infatti, possono rimanere e continuare a svolgere le proprie attività lavorative, a patto di non praticare liturgie o preghiere calviniste. Nonostante ciò, numerosi decidono comunque di abbandonare la terra natia e di rifugiarsi in stati più tolleranti. Questa fuga avrà ripercussioni non indifferenti sull’economia francese, dato che diversi di loro praticavano attività di manifattura e mercatura. Perciò espatriando porteranno con sé conoscenze e capacità pratiche che certo avrebbero fatto comodo a sa majesté.