E dove se non nelle acque vicine a San Francisco poteva essere fatta una scoperta così inquietante? Perché pare che abbiano ritrovato la nave fantasma del Pacifico, ovvero il relitto del cacciatorpediniere USS Stewart. Cosa ha di particolare questa nave da guerra? Beh, che fu l’unica nave da guerra a combattere sia per gli Stati Uniti che per il Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale.
La nave fantasma del Pacifico, una storia singolare
I resti della USS Stewart sono riemersi a inizio agosto. Si trovano a una profondità di circa 1.065 km nel Cordell Bank National Marine Sanctuary, a 80 km circa di distanza dalla costa da San Francisco.
Sappiamo che l’imbarcazione affondò durante un’esercitazione di tiro nel 1946, da razzi lanciati da aerei da guerra statunitensi e da proiettili lanciati sempre da una nave da guerra statunitense. Solo che la sua posizione è rimasta sconosciuta finora.
A ritrovare il relitto ci hanno pensato tre veicoli sottomarini autonomi utilizzati dalla società di robotica marina Ocean Infinity. Secondo quanto riferito, questi veicoli hanno esplorato un’area di 127 chilometri quadrati in meno di 24 ore.
Sui sonar sono così comparse a sorpresa le immagini del relitto. Ciò che resta della nave appare sorprendentemente in buone condizioni, considerato che ha passato tutti questi anni sott’acqua.
La USS Stewart aveva iniziato la sua carriera di nave da guerra come cacciatorpediniere statunitense, con il nome di DD-224. Nel 1941, poco prima che gli USA entrassero nella Seconda Guerra Mondiale, la sua missione era quella di recarsi nel Borneo.
Durante i primi mesi di ostilità servì come nave da scorta di altri navi da guerra nel Pacifico. Tuttavia nel 1942 rimase danneggiata dall’artiglieria nipponica vicino Bali, durante la battaglia dello stretto di Badung.
La Stewart riuscì a tornare al porto di Surabaya, sull’isola di Giava. Ma il porto fu attaccato dai giapponesi e così il suo equipaggio, per evitare che la nave fosse catturata, la fece affondare deliberatamente, utilizzando degli esplosivi.
Ma il destino della Stewart non era quello di riposare nelle acque di Giava. L’anno dopo, infatti, i giapponesi recuperarono la nave affondata e la riconvertirono come motovedetta della Marina imperiale giapponese, fino al 1945.
Una volta che il Giappone si arrese, la nave fu restituita agli USA. La Marina statunitense la rimise in servizio come DD-224, ma per poco tempo perché era troppo malridotta. Si decise così di dismetterla nel 1946, utilizzandola per le esercitazioni di tiro.
Ma perché è soprannominata la nave fantasma del Pacifico? Beh, perché durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo il passaggio non voluto ai giapponesi, ecco che alcuni piloti americani la avvistarono dietro le linee nemiche. In teoria per loro quella nave era affondata, dunque come era possibile vederla in mare? Da lì il nome.
Il mistero si svelò solamente dopo la fine della guerra, quando ritrovarono la nave alla deriva nel porto di Kure, vicino a Hiroshima. Ma il nome le è rimasto comunque appiccicato addosso.
A proposito di relitti di navi: recentemente hanno ritrovato anche i relitti dell’ultima nave dell’esploratore Shackleton e anche quelli della HMS Tyger, nave inglese affondata nel Seicento.