Nicola ComerciFotografia di anonimo, Campegine, Reggio Emilia, 1940 circa. La foto ritrae, o almeno questo sembra, una tranquilla famigliola contadina dell’Emilia Romagna. E alla fine questo era, se solo non ci trovassimo nel corso di una guerra mondiale prima e di una guerra civile poi. In quel caso i fratelli Cervi divennero la banda partigiana Cervi e combatterono attivamente contro il regime.
Il padre, Alcide Cervi, ebbe, come detto in apertura, ben 7 figli maschi, tutti degni di essere ricordati con il loro nome. I nostri protagonisti sono Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Negli anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e anche durante questa, si dedicavano tranquillamente all’agricoltura, producendo il tanto che bastava per la numerosa famiglia.
Era una di quelle famiglie che realmente si potevano chiamare proletarie: l’unica forza (economica soprattutto n.d.r.) che aveva Alcide erano le giovani braccia dei suoi figli. Iscritto al Partito popolare, i suoi bambini crescevano a pane, agricoltura e astio contro l’estremismo in voga nel paese. C’è da aggiungere che furono anche una famiglia lungimirante, applicando i nuovi studi sull’agricoltura e trasformando il loro terreno disastrato in un campo proficuo a dir poco.
Sin dallo scoppio della guerra però le cose cambiarono. Il regime, che sin dall’inizio era indigesto per i Cervi, divenne ora odiato e non temuto. La casa di Campegine era un forte centro di opposizione e Alcide e i suoi prodi 7 figli divennero la “Banda Cervi“. Combatterono attivamente contro i soldati del regime almeno fino al finire dell’anno 1943.
Poco dopo l’armistizio di Cassibile, del 3 settembre 1943 (reso noto solo cinque giorni dopo), quando le cose sembravano dovessero andare per il meglio, arriva la tragica notizia. Un rastrellamento nella notte fra il 24 e il 25 novembre cattura tutti i membri della banda. In seguito ci saranno anche delle torture sui giovani e sul padre, prima di trovare la morte presso un vicino poligono di tiro.
La loro morte avvenne oltre un mese dopo la cattura, il 28 dicembre dello stesso anno. Tutti ricevettero la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria e tutti incidono il loro nome fra quelli che, come loro, non chinarono la testa e combatterono. Questa è la storia dei fratelli Cervi. Questa è una storia di valore e coraggio, di chi, nel proprio piccolo, disse la sua.
Alessandro Marinucci
