Quella di oggi è una delle moltissime storie di cultura popolare che la nostra Penisola ci offre. Siamo a Marostica, comune di modeste dimensioni (circa 14.000 abitanti) in provincia di Vicenza, in Veneto. Come preannunciato nel titolo, per trovare le radici della tradizione che vi racconteremo oggi, dobbiamo tornare indietro nel tempo fino agli ultimi periodi del Medioevo.
Siamo circa alla metà del XV secolo, quando Marostica era una fedelissima alleata di Venezia. In questo contesto compaiono due dei tre protagonisti della vicenda: Vieri da Vallonara e Rinaldo d’Angarano, due guerrieri della cittadina. Entrambi si innamorarono perdutamente, come succede spesso in tali racconti, della stessa ragazza, figlia di un uomo potente.
Si tratta di Lionora, figlia di Taddeo Parisio che, sapientemente, per evitare spargimenti di sangue data l’estrazione guerriera dei due pretendenti, organizzò qualcosa di innovativo e spettacolare. Anziché far combattere i due contendenti della figlia per mezzo delle armi, propose, o meglio impose, una partita con degli scacchi. Ma non si trattava di normali pedine da gioco.
Taddeo diede vita, inconsapevolmente, ad una lunghissima tradizione: quella degli scacchi umani di Marostica. All’interno della piazza dunque vi erano sbandieratori, menestrelli e varie figure ad adornare l’inusuale ring. Al centro invece i personaggi da gioco in versione umana, al posto delle canoniche figure scacchistiche. Ad avere la meglio fu Vieri da Vallonara, che sposò Lionora come nelle fiabe.
L’evento divenne leggenda che però, col passare del tempo, si sopì e scomparve. Dopo lunghissimi secoli, nel 1923, la partita con gli scacchi umani prese di nuovo forma, ma, ancora una volta, non divenne una tradizione consolidata. Bisognerà attendere il 1954, quando gli scacchi umani di Marostica divennero una vera e propria tradizione continuativa.
Da quella data, ogni due anni, la seconda settimana di settembre, avviene la storica e leggendaria partita di scacchi. Si coinvolgono più di 500 persone in tutto e si tratta di un evento molto partecipato dalla popolazione e altrettanto sentito. Ecco dunque una bella storia d’amore che, partita dal Basso Medioevo, arriva fino ai giorni nostri sotto forma di tradizione di paese.