Fotografia di Dorothea Lange, Nipomo, California, 1936. Si tratta di uno scatto che rappresenta in maniera lampante la Grande Depressione americana attraverso una madre, conosciuta da quel momento in poi come la Madre Migrante. Il periodo di crisi profonda comincerà con il famoso crollo della Borsa di New York nell’ottobre del ’29 e si protrarrà per circa un decennio, documentato in vari modi da diversi protagonisti.
Una di questi è, senza ombra di dubbio, Dorothea Lange, nata ad Hoboken, nella contea di Hudson, nel 1895. Abbandonato il secondo nome e il cognome paterno (rispettivamente Margaretta e Nutzhorn) assunse il cognome della madre e cominciò la sua brillante carriera. La sua figura diventa quella della più grande fotografa documentaristica di tale nefasto periodo della storia americana.
Nonostante un deficit non indifferente alla gamba destra, causatole da una poliomielite alla tenera età di 7 anni, la Lange reagirà prendendo a morsi la vita. Studiò prima fotografia a New York e partì in seguito per un viaggio intorno al mondo per scattare quante più foto possibili. Finiti i fondi tornò negli States, precisamente a San Francisco, California, sposò il pittore Maynard Dixon ed ebbe due figli.
Qui iniziò uno straordinario ciclo di fotografie presso i senzatetto colpiti dalla Grande Depressione e attirò a sé molti occhi di curiosi e ammiratori. La adocchiò addirittura un organismo federale per il monitoraggio della crisi, il Rural Resettlement Administration. Fra i protagonisti dei suoi scatti vi erano operai, braccianti e migranti che versavano in condizioni disastrose. In questo contesto si iscrive la nostra foto del giorno.
La Madre Migrante è uno scatto del 1936, iconico e storico, che ritrae una giovanissima donna. Si tratta di Florence Owens Thompson, di appena 32 anni e già madre di 7 figli e operaia. Dopo quarant’anni la vicenda è ricostruita e sappiamo molto di più su questa splendida foto. In quel momento Florence, il marito e i sette figli viaggiavano a bordo di un camion che ebbe un guasto. Il marito non è presente nello scatto proprio per tale motivo, probabilmente stava tentando di aggiustare il mezzo.
Sono fermi davanti ad un campo di piselli, a Nipomo, e cercano un nuovo lavoro come braccianti, per sfamare la propria prole. Si tratta proprio del simbolo di quel frangente storico: due genitori che si reinventano e fanno di tutto per tirare avanti e dare un futuro più roseo ai figli. Florence è una madre, un’operaia e una donna incredibilmente forte, ma Dorothea la rende un simbolo, un’imperitura icona di resilienza e forza d’animo, mostrandoci anche uno splendido spaccato della cruda realtà di quei tempi.