Gli animali domestici erano molto importanti per gli antichi Egizi e questo popolo li considerava doni degli dei da accudire fino alla loro morte. In quel momento si credeva che poi avrebbero nuovamente raggiunto regno divino da cui erano venuti. In vita, gli esseri del regno animale ricevevano molte cure e, alla loro morte, venivano spesso mummificati, proprio come le persone. Gli antichi Egizi tenevano come animale da compagnia cani e gatti domestici, babbuini, scimmie, pesci, gazzelle, uccelli (soprattutto falchi), leoni, manguste e ippopotami. I coccodrilli erano persino tenuti come esseri sacri nei templi del dio Sobek. Non tutti gli studiosi sono d’accordo nel ritenere che effettivamente tutti fossero oggetto di venerazione.
Un esempio che possiamo però nominare per parlare della considerazione che gli Egizi avessero degli animali è quello della tomba di Maatkare Mutemhat. Gli archeologi trovarono ai suoi piedi una mummia più piccola, delle dimensioni di un bambino molto piccolo. L’interpretazione originaria era che si trattasse del suo bambino e che fosse morta durante il parto, ma ciò non aveva senso in quanto Maatkare Mutemhat era notoriamente celibe. Nel 1968, le radiografie della mummia più piccola hanno stabilito che non si trattava del suo bambino, ma della sua scimmia domestica.
Gli Egizi amavano gli animali e spesso li raffiguravano in dipinti e rilievi sulle pareti delle loro tombe. Anche cani e scimmie erano spesso raffigurati come domestici. Poiché gli Egizi credevano che il mondo dei morti fosse una continuazione di questo e che si potessero “portare con sé”, non sorprende che facessero mummificare i loro animali domestici e li includessero nelle loro sepolture.
Sebbene in Egitto non fossero rari gli animali esotici come babbuini, scimmie, ippopotami e falchi, gli antichi egizi sembravano prediligere il cane e il gatto tanto quanto lo facciamo noi oggi. Il cane era considerato un membro molto importante della famiglia, mentre gatto doveva certamente essere l’animale domestico più popolare.