Più che sotto al naso, li abbiamo sopra di esso da diversi secoli: parliamo degli occhiali da sole, oramai accessorio di moda più che di pragmatica utilità. Ma alla loro nascita le mode non erano ancora predominanti, quest’invenzione derivava puramente da una necessità cocente. Parleremo in apertura del popolo degli Inuit e capiremo insieme il perché di un tale bisogno.
Gli Inuit sono gli abitanti delle regioni artiche e subartiche disposti prevalentemente tra USA, Groenlandia e Canada. Il nome di tale popolo significa, in lingua inuktitut, “uomo“, ma tutti li conosciamo come eschimesi. Bene, fareste meglio a dimenticare tale titolo, o a non utilizzarlo. Tradotto spesso in maniera errata come “mangiatori di carne cruda“, il termine eschimese significa invece “fabbricatore di racchette da neve“. In entrambi i casi si tratta di termini attribuiti esogenamente con significato negativo.
Come facilmente intuibile da quanto sopra detto, questi popoli abitavano, vivevano e si muovevano sempre a contatto con la neve e i ghiacci. Per quanto il sole sia bello e confortante, soprattutto con temperature fredde, in queste situazioni può essere micidiale. Riflesso sul candido bianco del ghiaccio o della neve, a lungo termine rischiava di accecare gli abitanti del luogo.
Ecco allora che la necessità superava di gran lunga la moda e l’arte del vestire bene. Comparivano così i primi modelli di occhiali da sole. Dimenticate ora anche le moderne montature ed i vetri oscurati, tali occhiali non avevano lenti. I prodotti principali per la loro costruzione erano legno ed ossa animali, soprattutto di tricheco, con una fenditura orizzontale molto lieve sugli occhi. Da quel piccolo foro si guardava avanti, protetti da pericolosi riflessi di luce. Una curiosità è che, nei secoli di adattamento biologico, il corpo degli Inuit ha sviluppato uno strato di pelle in più rispetto agli altri uomini proprio sulle palpebre, in funzione protettiva.
Spostandoci molto più a sud, nell’antica Roma l’Imperatore Nerone guardava gli spettacoli gladiatori attraverso delle lenti di smeraldo, secondo quanto raccontato da Plinio. Questi offrivano una sensazione di riposo agli occhi, oltre che una piacevole colorazione. Inoltre, se tagliate in determinati modi, queste pietre preziose aiutavano a correggere la miopia o comunque a vedere meglio.
Chiudiamo spostandoci più in oriente, precisamente in Cina. Qui, nel XII secolo, nascevano delle lenti color fumo, utili contro l’abbagliamento del sole ma anche per coprire il volto dei giudici durante gli interrogatori. Con numerosi altri progressi arriviamo ai moderni occhiali da sole, molto più alla moda e modellati in base ai vari visi, oltre che costruiti con materiali e tecniche totalmente differenti. Ma la riflessione odierna è che, nonostante consideriamo alcuni popoli “primitivi” molte invenzioni, ancora utilizzate, le dobbiamo a loro.