Fra i numerosi crimini commessi durante il Ventennio in Italia ve ne è uno che spesso passa in sordina. Si tratta del rastrellamento del Quadraro, storico quartiere del sud-est romano, oggi testimoniato da splendidi murales artistici. Ma cosa c’entrano le vespe con questa oscura pagina di storia italiana ed europea? Lo scopriamo presto con una storia di 80 anni fa.
Il 17 aprile 1944 avveniva l’operazione di rastrellamento del quartiere ordinata e coordinata dal generale Herbert Kappler. Furono ben 700 i deportati, tutti uomini tra i 16 e i 55 anni d’età. Perché? Il quartiere era diventato noto come “Nido di vespe” o “Spina nel fianco” poiché i partigiani vi affluivano continuamente e scomparivano nel nulla.
Questo chiaramente diventava un grande problema per le truppe tedesche che non sopportarono più la situazione. Iniziava dunque l’Operazione balena, che mirava proprio a distruggere l’economia del posto per evitare il ripetersi della situazione precedente. Chiaramente però, come in ogni alveare che si rispetti, ciò non successe. Le donne che rimasero sul posto si rialzarono più forti di prima.
Iniziarono a lavorare come comparse nella vicina Cinecittà o nelle numerose osterie del quartiere. Proprio riguardo le osterie c’è una seconda versione del motivo del rastrellamento, chiaramente falsa. Si racconta appunto che l’Operazione balena iniziò per punire una rissa avvenuta in uno di questi locali.
Ma torniamo alle donne e ai bambini del luogo, a dir poco eroici. Mentre i padri e i mariti andavano incontro ad un destino cruento, i rimasti sul posto si dedicavano all’arte del trucco e della sartoria di scena. Oltre alle comparse sopra citate, aiutavano in tutti i modi possibili gli attori, dai vestiti alla preparazione dei loro pasti.
Quel nido di vespe allora si rivelava proprio tale e, ad oggi, grazie ai murales dell’artista Lucamaleonte questa splendida storia rivive. Passeggiare nel quartiere guardandosi intorno crea dunque un’atmosfera artistica e storica non indifferente, nel ricordo di un momento di forza e di una splendida reazione più che del risvolto tragico della questione.