Pagine su pagine, profluvi di parole scritte, dette e pensate su Leonardo Da Vinci, ma saranno mai abbastanza? Nell’articolo odierno riporteremo una delle sue molteplici invenzioni che ne testimonia, ancora una volta, l’incredibile genio. Parleremo del ponte autoportante e di come Il genio assoluto concepì una struttura così semplice ma funzionale.
Contenuto nel Codex Atlanticus (Codice Atlantico), il disegno del progetto è già un’opera d’arte in sé. Si trova in questo fantastico libro, la più grande raccolta di disegni e di scritti composta da Leonardo, rischiando quasi di passare in sordina. Ma la semplicità di costruzione e la funzionalità perfetta del progetto lo rendono uno dei lavori meglio riusciti del più grande artista rinascimentale.
Nel progetto originario Da Vinci prevedeva già l’utilizzo di grosse travi di legno per la parte fondante della struttura. Per il resto poi bastavano delle altre travi circolari, sempre in legno e di misura più piccola. Nessuna corda, legatura o necessità di giunzione, solo materiali facilmente reperibili che si autosostengono, come dice il nome stesso del ponte.
Il vero jolly del progetto è la sua resistenza ai carichi pesanti. Questa è infatti direttamente proporzionale al peso che vi transita sopra. In altre parole il ponte era progettato per aumentare la propria capacità di resistenza al peso all’aumentare del peso stesso sulla sua sommità. Un carico più ingente non lo distruggeva insomma, lo rafforzava.
Parlando però di Leonardo e di ponti non possiamo non nominare un altro immane progetto del Da Vinci. Quando entrò in contatto con il sultano Bayazid II, fra le numerose proposte presentategli ve ne era una in particolare, mai considerata. Si trattava di un ponte immenso, di ben 218 metri, circa 10 volte più grandi dei ponti del tempo. Sapeva che solo la forza economica e di manodopera del sultano potevano assisterlo, ma Bayazid non ci pensò minimamente.
La sua idea di unire Galata a Costantinopoli, passando sopra il Corno d’Oro, svanì. Oggi però lo ricordiamo ancora e ricordiamo anche quel fantastico schizzo del Codex Atlanticus che affascina gli studiosi e gli amanti dell’arte e dell’architettura. Leonardo Da Vinci morì, le sue idee circolano ancora a distanza di diversi secoli, con un ponte verso l’infinito.