Almanacco del 26 settembre, anno 1896: inizia a Trento il primo congresso antimassonico internazionale. Saranno 4 giorni intensi e ricchi di dibattito quelli che si svolsero nell’odierno capoluogo di provincia trentino, allora parte dell’Impero Austro-Ungarico. Vediamo insieme più da vicino funzioni svolte e decisioni prese in quel momento.
Chiaramente si trattò di un evento a sfondo ecclesiastico: vi parteciparono 36 vescovi, 50 delegati episcopali e 700 delegati di varie altre organizzazioni cattoliche. Fra i Paesi più attivi vi furono di sicuro Austria e Francia, che portarono al congresso più di 50 delegati per uno. L’apertura si tenne nella Chiesa di Santa Maria Maggiore e subito dopo si aprirono le discussioni.
Il focus fu su quattro temi principali: la dottrina massonica, la preghiera e l’azione massonica e antimassonica. Dalla prima bolla di scomunica del 28 aprile 1738 ad opera di Papa Clemente XII, la In Eminenti Apostolatus Specula, passando per la sua conferma tramite la Providas Romanorum di Benedetto XIV 13 anni dopo, i rapporti tra chiesa e Massoneria non furono mai dei migliori.
Di sicuro il clima di segretezza e di mistero che si creava nelle riunioni massoniche non coadiuvava lo sviluppo di una considerazione esogena positiva per l’associazione. Uno dei punti salienti di accusa rivolti nelle varie bolle e opere di scomunica e denuncia era appunto il seguente: se i Massoni non nascondono nulla, le loro riunioni occulte non hanno senso. La Chiesa dimenticava però che proprio questa era l’accusa per la quale si perseguitarono i cristiani durante le prime fasi di diffusione della religione cristiana.
Tornando al congresso però, si sottolinea l’intervento del deputato carlista (e quindi con forti interessi) Juan Vázquez de Mella. Questi fu sobbarcato di applausi per la sua proposta di rimozione dei massoni da qualsiasi carica pubblica e per la mozione che proponeva l’illegalità della Massoneria.
Alla fine della riunione il congresso stimolò la pubblicazione e la vendita di opuscoli sul congresso a buon mercato. L’intento era sempre lo stesso: diffondere un’idea negativa e screditante della Massoneria e sfavorirne l’adesione. Questo evento comunque si iscrive in un contesto di scontro plurisecolare che tutt’ora continua con differenti sfumature nelle diverse situazioni nazionali.