Un bel pranzo dopo il matrimonio, dei balli di gruppo, qualche bevuta extra e poi tutti a casa. Noi ce lo immaginiamo così il prototipo di festeggiamento nuziale. Enrico II di Valois, re di Francia dal 1547 al 1559, ci avrebbe contraddetto in ogni singolo punto; ma Enrico era un uomo del suo tempo e quindi non esisteva miglior modo di festeggiare le nozze di una figlia se non con una giostra tra cavalieri.
Prima però un passo indietro. Perché Elisabetta, figlia primogenita del re di Francia, doveva sposarsi e soprattutto con chi? Ci troviamo nell’atto conclusivo delle cosiddette guerre d’Italia: una serie di violenti scontri e continue battaglie per l’egemonia politica/territoriale della penisola italiana durante tutta la prima metà del ‘500, contese condotte in grande stile dagli Asburgo (tanto in salsa spagnola quanto tedesca) e dalla Francia dei Valois.
Le guerre d’Italia, convenzionalmente iniziate nel 1494, si erano trascinate fino al 1559, anno in cui le principali forze in gioco, la Spagna di Filippo II e la Francia del sopracitato Enrico II, decidono di stringersi la mano e fare pace. Esatto, proprio quella di Cateau-Cambrésis. Ricollegandoci a quanto detto in precedenza, per suggellare gli accordi, il re di Francia concede sua figlia Elisabetta in sposa al regnante Filippo II d’Asburgo.
I sovrani scelgono la data delle nozze: il primo giorno del mese di luglio del 1559. Elisabetta e Filippo si uniscono in matrimonio (per il re spagnolo è la terza volta) ed è ora di festeggiare. Si organizza una grandiosa giostra in pochissimo tempo; le sfide tra cavalieri e nobiluomini sono avvincenti.
Enrico, che vuol far valere quel titolo pesante di cui può vantarsi, quale re di Francia, decide di partecipare ai giochi. Lo sfidante è il conte di Montgomery. Le aspettative sono alte e in effetti vengono rispettate, anche se in un modo diverso e per certi versi macabro. Lo scontro tra il conte e il re fu brutale, perché le schegge di una lancia spezzata andarono ad infilarsi proprio nell’occhio del Valois.
Intervennero i medici, ma non vi fu nulla da fare. Il re francese si spense nell’agonia più totale qualche giorno dopo l’incidente, celebrando non nel migliore dei modi il giorno più bello della vita di sua figlia Elisabetta (anche se per i tempi non si poteva propriamente dire). Banchetti, canti e balli di gruppo non sono poi così male.