Fotografia di Sergey Maximishin, Zona Demilitarizzata Coreana, 10 giugno 2005. Le guardie di confine nordcoreane sorvegliano la frontiera. Sergey Maximishin, all’epoca fotoreporter per la rivista Newsweek, immortalò un istante di ordinarietà in uno dei punti più caldi e precari dell’intero globo terrestre: la ZDC.
Cosa intendiamo per ZDC e perché la fotografia del russo Sergey Maximishin – vincitrice tra le altre cose del premio World Press Photo nel 2006 – dovrebbe attirare la nostra attenzione? Parto dal primo quesito. La ZDC (acronimo di “Zona Demilitarizzata Coreana”) è una striscia lunga 238 km e larga 4 km, comprendente territori sia della Corea del Nord che della Corea del Sud. La linea di demarcazione interseca (e non “segue”, come spesso si dice) il 38° parallelo nord, vecchio confine antecedente alla guerra di Corea (1950-53).
Proprio a seguito del succitato conflitto venne a formarsi la ZDC. Le due Coree presidiano la barriera di confine con truppe pesantemente armate. Volete sapere una curiosità che magari non conoscevate? I paesi orientali sono tecnicamente ancora in guerra vista la sottoscrizione di un armistizio ma non di un formale trattato di pace. Ovviamente il confine non è attraversabile da personale non autorizzato, quindi pressoché nessuno.
Benché il nome faccia riferimento ad una specifica area smilitarizzata, poco oltre la ZDC, tanto dal lato sudcoreano, quanto da quello nordcoreano, si registra una situazione molto diversa e per certi versi paradossale. Infatti il confine tra i due paesi risulta essere uno dei più pesantemente militarizzati del mondo.
Ma cosa ci faceva Sergey Maximishin in Corea del Nord nel giugno del 2005? In quell’anno i due paesi, che nel corso degli ultimi decenni alternano momenti di reciproca tolleranza a periodi di aperta e minacciosa ostilità, festeggiavano congiuntamente il 60° anniversario della liberazione dal Giappone. Per l’occasione i due paesi deposero temporaneamente l’ascia di guerra e organizzarono eventi culturali nonché manifestazioni sportive. Tra le azioni più simboliche ne cito due. L’installazione di cavi in fibra ottica che permisero a famiglie separate dalla ZDC di prendere parte a delle riunioni video. In secondo luogo la cancellazione sul Libro bianco della Difesa sudcoreana della dicitura “nemico principale” affiancato al nome della controparte settentrionale.
Quello il contesto in cui si ritrovò a lavorare Maximishin, che scattò una fotografia davvero travolgente nella sua normalissima quotidianità. Le guardie che svolgono il loro dovere se ne stanno lì, immobili e rigide, a sorveglianza di un confine proverbialmente incandescente. Nello scatto si può notare la porzione di sabbia tra le due strisce cementate che segna convenzionalmente la linea di demarcazione tra le due Coree. Con questo scatto Sergey Maximishin raggiunse popolarità internazionale, vincendo come anticipato, il World Press Photo l’anno successivo.