Fotografia di anonimo, USA, centro del Progetto Manhattan, 1945. L’uomo ritratto nella foto è il fisico dal nome poco conosciuto Harold Agnew. Purtroppo, conosciamo molto meglio quello che ha in mano: è il nucleo di plutonio di “Fat Man“, la bomba Model 1561 che cadendo sul Giappone causerà 80.000 morti dirette a molte altre per vie indirette.
Il Progetto Manhattan nasce come idea nel 1938, a seguito della scoperta della possibilità di fissione nucleare dell’atomo. Siamo in Germania, e i protagonisti sono gli scienziati tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann. A quel punto è quasi isteria negli USA. Lasciare l’ambito di tale ricerca solo in mano tedesca, con quello che stava accadendo e per accadere in Europa, era follia.
Il famosissimo Albert Einstein e molti altri scienziati presero allora l’iniziativa e scrissero di loro pugno al presidente USA Franklin Delano Roosevelt. Così, dopo pochi anni, ufficialmente il 13 agosto del 1942 prendeva piede il Progetto Manhattan. I migliori fisici e scienziati del settore nucleare convogliarono verso l’America, con grande importanza per l’Università di Berkley in California e la Columbia University di New York.
Una cosa che molti non sanno è che, durante questo frenetico progetto, molti vennero mandati in pieno territorio nemico a studiare l’idea del Reich. Il supervisore del progetto fu, com’è noto, Robert Oppenheimer, passato alla storia come l’inventore della bomba atomica. In realtà si trattò, come detto anticipatamente, del lavoro congiunto di molte fra le più grandi menti dell’epoca.
Nel giro di poco tempo era dunque tutto pronto. Si arriva dunque a quel fatidico 6 agosto 1945, quando la prima delle due atomiche cadde in territorio nipponico. Si trattava di Little Boy, esplosa alle 8:15 a Hiroshima, nel cuore del Giappone, che ancora però resisteva. Tre giorni dopo, il 9 agosto, fu il turno di Fat Boy, la nostra protagonista odierna. La distruzione era arrivata dal cielo, per l’impero non vi era nulla da fare, la resa arrivò inesorabile dopo lo scoppio di Nagasaki.
Ora vi invitiamo a riguardare la foto di oggi: Harold Agnew che sorride non sembra più un brav’uomo di mezza età davanti ad una tenda. Quello che ha in mano non sembra più un oggetto come un altro. Una prospettiva totalmente diversa scende sullo scatto: Si tratta di un uomo qualunque che ha in mano la vita di oltre 80.000 uomini e le sorti della futura storia nipponica.