Fotografia di Douglas Martin, Charlotte, Carolina del Nord, USA, 4 settembre 1957. Dorothy Counts è la prima studentessa afroamericana ad iscriversi alla Harry Harding High School di Charlotte dopo il decadimento del regolamento segregazionista. Quella immortalato fu il tragitto da casa fino al college. Lo scatto di Martin rappresenta uno spaccato della società americana, forse ancora attuale in gran parte del mondo.
Dorothy fu la prima studentessa di origine afroamericana a iscriversi alla Harry Harding High School di Charlotte. La scuola in questione fino ad allora accettava solo studenti bianchi a causa della segregazione razziale vigente.
La segregazione comportava il separamento fisico e sociale, la divisione in due categorie della popolazione e l’esclusione dal voto per una di esse. Il processo per abolire questo sistema fu lungo e doloroso: la Corte Suprema americana lo dichiarò incostituzionale. Si iniziò dalle scuole. La desegregazione si ebbe nel 1954, per poi proseguire con i mezzi di trasporto, ma il percorso legislativo e sociale fu lungo.
Nella foto i manifestanti deridono Counts durante quello che doveva essere un normale primo giorno di scuola. L’uomo che cammina accanto a lei dovrebbe essere un amico di famiglia e professore del college nero Johnson C. Smith University: Edwin Tompkins.
Si trattò di una subitanea violenta rappresaglia nei confronti di Dorothy, che non venne aggredita solo il primo giorno a suon di grida minacciose e lanci di sassi. Gli abusi si perpetrarono fino a che solo quattro giorni dopo Dorothy dovette ritirarsi dalla scuola per volere della sua famiglia.
Nonostante l’incresciosa esperienza, Dorothy Counts non si fece fermare e riuscì non solo a finire il liceo ma a frequentare l’università e laurearsi in psicologia. Dopo la laurea si trasferì a New York dove trovò lavoro: prestò assistenza ai bambini dimenticati e abusati. Successivamente si ritrasferì a Charlotte dove proseguì il suo lavoro con i bambini che provenivano da famiglie disagiate. Nel 2006 la donne ricevette una mail da un certo Woody Cooper, il quale ammise di essere stato uno dei ragazzi della foto e le chiese scusa.