Almanacco del 11 settembre, anno 9 d.C.: Nella selva di Teutoburgo i Romani subiscono una della maggiori sconfitte della loro lunga e gloriosa storia. Si trattò di una sconfitta cocente, inaspettata e tragica. Ancora oggi rimasto in auge tra i modi di dire, Teutoburgo è sinonimo di disfatta totale, distruzione e annichilimento.
Cominciamo dal contesto storico, propedeutico alla comprensione dell’evento. Con le campagne militari del 4-5 d.C., Tiberio, figlio dell’imperatore Augusto, completò la conquista ventennale della parte settentrionale della Germania. I territori tra il Reno e l’Elba sembravano oramai una vera Provincia Romana. Questa era la percezione endogena però, i Cherusci, popolazione locale, la pensavano leggermente in modo diverso, insieme ai loro alleati.
Arriva dunque ora il primo errore strategico di Roma, e in particolare di Augusto. Pensando che la regione potesse essere pacificata e romanizzata con le riforme e la cultura, l’imperatore scelse come guida Publio Quintilio Varo. Si trattava però di un burocrate e non sicuramente di un astuto e abile condottiero militare. L’ex governatore della Siria aveva ora un nuovo, non semplicissimo, compito.
La stagione bellica, per i romani, cominciava a marzo e finiva verso ottobre, con l’approssimarsi del freddo e dell’inverno. Data la situazione che appariva pacifica, e il freddo germanico, a inizio settembre Varo cominciò a ritirarsi verso i campi invernali. Pensava che gli scontri e la guerra erano oramai cosa fatta. Si ricrederà nel giro di poco tempo. In tale percorso ebbe un ruolo fondamentale il principale protagonista della vicenda: Arminio, principe dei Cherusci e militante nell’esercito ausiliare romano da ben tre anni.
La famosa serpe in seno Arminio aveva il compito di guidare le truppe ai campi invernali. Li spinse così verso ovest nel territorio dei Bructeri (più o meno dell’odierna Kalkriese), dove si simulò una rivolta. Nonostante Segeste, un Cherusco rimasto fedele ai Romani, li mettesse in guardia su un possibile agguato, Varo decise di proseguire. Ma proseguire verso dove? Arminio li portò nel territorio acquitrinoso, buio e forestale di Teutoburgo. Il gioco era ormai fatto. Qui scattò la violenta insurrezione della coalizione di Cherusci, Bructeri, Catti e Marsi che prese alla sprovvista i Romani.
Iniziarono tre giorni di violentissima battaglia, con piogge copiose che danneggiarono i Romani e i loro equipaggiamenti pesanti. I Germani, abituati alla temperatura, alla pioggia e conoscendo bene il territorio, avanzavano facilmente. Il terzo tragico giorno, Varo e molti altri ufficiali, pur di non diventare prigionieri o andare incontro a morte certa per mano dei nemici, compirono un suicidio di massa. Il bilancio fu pesantissimo: la XVII, XVIII e XIX legione furono annientate, con diverse coorti di fanteria e ali di cavalleria. 15.000 perdite circa per i Romani e solo 5.000 per la coalizione barbara segnarono l’esito della clades Variana, la disfatta di Varo, o di Teutoburgo.