Fotografia di Ricardo Stuckert, Foresta Amazzonica, 1997. La foto ritrae Penha Goes, una ragazza di appena 22 anni appartenente alla tribù degli Yanomami. Il suo volto è molto colorato, complice la giovane età e i pigmenti tipici in uso nell’area e nella cultura di appartenenza. Il suo sguardo è attivo, vigile e austero, quasi a rappresentare un’età maggiore di quella che Penha ha.
Cominciamo l’articolo odierno parlando brevemente della Tribù degli Yanomami. Si tratta di circa 35.000 individui, suddivisi in ben 250 villaggi disposti tra Venezuela e Brasile. Parliamo di una popolazione della sconfinata Foresta Amazzonica, ovvero una foresta pluviale che si estende per ben 6 milioni di km quadrati e tocca i territori di ben 9 stati sudamericani.
Parliamo ora brevemente della storia più recente della tribù in questione, per capire meglio questo scatto. A partire dal 1970 iniziò l’invasione su larga scala dei territori yanomami. La costruzione di strade e di altre opere funzionali alla caccia all’oro che si stava aprendo, erodeva sempre di più le terre vergini di tale popolazione.
L’arrivo e la progressiva invasione dei garimpeiros, ovvero dei cercatori d’oro, diede inizio alla fase più cupa di storia degli Yanomami. Loro trovavano l’oro, i locali trovavano morte e distruzione. Ora si può meglio comprendere lo sguardo austero e melanconico di Penha. I suoi occhi marroni-gialli sembrano rimpiangere qualcosa o qualcuno, nonostante la giovanissima età.
Due parole le merita anche Ricardo Stuckert. Fotografo professionista da oltre 25 anni. Ad oggi è il fotografo ufficiale di Luiz Inácio Lula da Silva, meglio noto come Lula, 39esimo presidente del Brasile. La sua fama deriva però proprio dal suo lavoro con gli Yanomami e dagli scatti splendidi che fece nella Foresta Amazzonica. In particolare, quello di Penha Goes è molto interessante.
Lo scatto infatti non si chiude quel giorno del 1997. Nel 2012, ben 15 anni dopo, Stuckert tornò nel villaggio yanomami di Penha e le scattò una nuova foto. Un progetto duraturo che fa conoscere una realtà bella e triste allo stesso momento.