Fotografia di Kent E. Gavin, Churchill (Manitoba, Canada), autunno 1971. L’orso Oscar viene prima sedato e poi trasportato di peso verso la sua gabbia. Fu uno dei 50 orsi che, nell’ambito dell’Operazione Bearlift, vennero tratti in salvo, evitando loro un triste destino: la fucilazione seduta stante.
Solitamente all’alba della stagione fredda, quando iniziano a formarsi i primi grandi blocchi di ghiaccio nella baia di Hudson, gli orsi polari affamati rivolgono la loro attenzione ai centri abitati della costa. Succede da sempre, ma nel 1971 questo evento annuale ebbe un particolare risalto internazionale. Ciò per via di uno spiacevole episodio accaduto tra l’ottobre e il novembre nella città di Churchill, nella fredda provincia canadese di Manitoba.
Quell’anno 50 orsi occuparono irrimediabilmente la discarica di Churchill, minacciando chiunque osasse avvicinarsi. Purtroppo qualcuno finì sotto gli artigli dei grossi mammiferi carnivori, riportando anche ferite gravi. Per tanti si trattava di una scomodissima convivenza, inaccettabile a lungo andare. Gli addetti alla fauna selvatica presero la sofferta decisione: avrebbero abbattuto gli animali per garantire la sicurezza dei 3.500 residenti. Dalla più vasta baia marina al mondo la notizia si sparse velocemente grazie all’intervento dei media locali.
Dei volontari dell’International Fund for Animal Welfare (IFAW) si frapposero alla disposizione della guardia faunistica canadese. Il rappresentante Brian Davies pianificò prima una raccolta fondi e poi un’operazione di salvataggio. Raccolti quasi 20.000 $, Davies coinvolse diversi piloti per trasportare con l’aereo gli orsi polari sedati a 320 km di distanza da Churchill. Il trasporto di ogni animale costava all’incirca 600 $ (3.800 $ con il cambio odierno). L’Operazione Bearlift attirò l’attenzione di giornalisti, emittenti televisive e fotografi da tutto il mondo. Uno di quest’ultimi era Kent E. Gavin, fotoreporter britannico del Daily Mirror.
Gavin prese un biglietto aereo per il Canada non appena possibile e si fece trovare pronto nel momento del bisogno. Con la sua macchina fotografica immortalò l’iconica scena sopra presentata. Oscar era uno dei 50 orsi al centro della scena; sicuramente fu uno dei più combattivi, perché dopo aver fatto i conti con un bel dardo tranquillante, lottò per qualche minuto contro quattro guardie locali. Alcuni inviati ottennero persino il permesso di seguire i mammiferi durante i 320 km di viaggio in aereo.
Con quello scatto Kent E. Gavin vinse anche il premio World Press Photo del 1972, per la categoria “News Feature” (traducibile con “notiziario”).