Fotografia di anonimo, Los Angeles, 23 febbraio 2000. Durante la 42° cerimonia dei Grammy Awards, svoltasi in California, nella città degli angeli, Jennifer Lopez sfila con un vestito destinato a scrivere una pagina di storia contemporanea, un abito in grado di rivoluzionare Internet, modificando radicalmente una realtà che a noi oggi appare quasi scontata, ma che fino ad un tiepido febbraio losangelino di 24 anni fa sembrava impossibile persino da ipotizzare. Dietro uno scatto (uno dei tanti di quella memorabile serata) si cela l’evoluzione dell’Internet servizio prima ancora che piattaforma.
Dando retta all’Apologia della Storia dell’eccelso Marc Bloch, è necessario inquadrare il passato in funzione del presente ed il presente il funzione del passato. Solo così si può comprendere come la storia, termine indefinito ed indefinibile per sua natura, non sia solo un ciclico racconto di guerre, sovrani, battaglie e rivoluzioni violente, ma un insieme, largo ed onnicomprensivo, di tutte le gesta umane. Con quest’ottica ben delineata affrontiamo la vicenda di Jennifer Lopez, del Jungle dress e dello smisurato impatto sulla cultura di massa che quest’ultimo ebbe.
J.Lo non fu la prima a vestire quello chiffon di seta verde. Firmato Donatella Versace, il capo nacque nel 1999, facendo il suo “esordio” in passerella alla fine di quell’anno. Ottenne un discreto successo, tant’è che la Spice Girl Geri Halliwell lo volle per sé nel gennaio del 2000 in occasione del NRJ Music Awards svoltosi in Francia. Anche lì fu notato, ma non ottenne lo stesso risalto che un mese dopo travolse Jennifer Lopez.
Il mondo dell’epoca non era il mondo di oggi. Sembra una grande banalità e in effetti lo è. Ad ammirare lo splendore della cantautrice nella nottata dei Grammy furono solo i presenti (l’attore David Duchovny, presentatore dell’evento, disse ironicamente “questa è la prima volta in cinque o sei anni che sono sicuro che nessuno mi stia guardando”, riferendosi implicitamente a J.Lo). Il giorno successivo, il clamore suscitato dall’attrice-cantante di origini portoricane catalizzò il globo intero. Le riviste specializzate riportarono qualche fotografia, ma non era abbastanza.
Google esisteva solamente da due anni, eppure si posizionava già tra i migliori motori di ricerca. Come anticipato, la notizia del Jungle dress circolò velocemente e la descrizione testuale che Google offriva allora non bastava mica. Gli sviluppatori rimasero impressionati dall’ondata di ricerche inerenti Jennifer Lopez. L’ex Ceo di Google, Eric Schmidt, disse questo in un’intervista datata 2015: “In quel momento, era la ricerca più popolare che avessimo mai visto. Ma non avevamo un modo infallibile per dare agli utenti esattamente ciò che volevano: un’immagine di J.Lo che indossava quel vestito”.
Fu così che oltre al link esclusivamente testuale venne implementata la funzione immagine. Nacque Google Immagini, servizio tra i più utilizzati (se non il più utilizzato) in seno al colosso di Mountain View. Questo un anno dopo l’evento. Non a torto si può affermare come il binomio Jennifer Lopez-Jungle dress Versace abbiano rivoluzionato il mondo dell’Internet.