Almanacco del 15 agosto, anno 1769: nasce ad Ajaccio, in Corsica, Napoleone Bonaparte. Generale, statista, leader politico, grande innovatore che tuttavia si mantenne sempre in un alveo reazionario e conservatore. Fiumi di inchiostro sono scorsi per descrivere la sua sfaccettata personalità e certamente sarebbe impensabile raccontare in maniera profonda e minuziosa la sua esistenza. Piuttosto l’intento di questo articolo è quello di presentare un quadro generale ma esaustivo del condottiero francese.
Napoleone nasce, appunto, ad Ajaccio, figlio di Carlo Maria Buonaparte e Letizia Ramolino, anche loro di origine corsa. I cognomi di entrambi i genitori tradiscono un’origine italiana. In particolare, quello paterno subirà una francesizzazione ad opera dello stesso Napoleone, che eliminerà la lettera “u” per rendere più semplice la pronuncia ai sudditi transalpini. La generazione di Napoleone è tra l’altro la prima dei “Buonaparte” a potersi definire francese. L’anno precedente, infatti, dopo un dominio secolare, la Repubblica di Genova aveva ceduto la Corsica alla Francia. Il fatto di essere suddito di re Luigi XV permette al giovane Napoleone di compiere gli studi in terra transalpina.
Entra nella Regia Scuola Militare di Parigi, dove fa rapida carriera. Allo scoppio della Rivoluzione nel 1789 ha il grado di ufficiale e presto si unisce alla causa rivoluzionaria. Segnala le sue doti militari durante l’Assedio di Tolone del 1793, durante il quale la Repubblica Francese riconquista la città provenzale dalla truppe britanniche sbarcate in supporto dei controrivoluzionari francesi. Per i suoi meriti nella conduzione delle truppe, è promosso al grado di generale di brigata. Dopo il crollo del regime di Robespierre nel 1794 cade in disgrazia per le sue passate simpatie giacobine. Tuttavia, i suoi legami personali con uomini di rilievo del nuovo governo direttoriale lo reintegrano progressivamente nell’esercito. Nel 1795 reprime un’insurrezione realista e l’anno successivo gli viene affidato il comando delle armate in Italia contro l’Austria e il Regno di Sardegna sabaudo. Sarebbe stata proprio la Campagna d’Italia a consacrare definitivamente il suo genio militare.
Sbaragliati gli austro-piemontesi a Cairo Montenotte (SV) e Mondovì (CN), costringe Vittorio Amedeo III di Savoia a firmare l’armistizio di Cherasco. Quindi, si volge verso oriente sopraffacendo le truppe austriache a Lodi e Arcole (VR) e imponendo all’imperatore Francesco II l’Armistizio di Campoformio. Con esso accetta la cessione dei territori della Repubblica di Venezia all’Austria in cambio del passaggio dell’Italia nord-occidentale sotto influenza francese.
La gloria del generale Napoleone comincia a correre per tutta la Francia e non viene intaccata dal fallimento della spedizione in Egitto del 1798, progettata per fiaccare la resistenza britannica colpendo i suoi collegamenti con l’India, che passavano proprio per lo stato africano. Decide quindi di approfittarne per forzare la situazione politica a suo favore. Il colpo di stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799 gli permette di rovesciare il governo direttoriale, emanando una nuova costituzione che affidava notevoli poteri ad un corpo legislativo composto da tre consoli, di cui uno era lo stesso Napoleone e gli altri due figure di scarsa autonomia decisionale.
Sconfitti nuovamente gli austriaci a Marengo (1800), impone a Vienna la cessione della riva sinistra de Reno alla Francia e l’anno successivo raggiunge un’intesa di pace con la Gran Bretagna in virtù del trattato di Amiens (1802). Il momentaneo assopirsi dei combattimenti gli consentono una profonda riforma amministrativa e politica e amministrativa dello stato francese. Innanzitutto, compie una stretta autoritaria nominandosi dapprima Primo Console a vita (1802) e quindi Imperatore dei Francesi (1804), aggiungendosi l’anno successivo anche il titolo di Re d’Italia (1805). Poi, emana il Codice Civile e il Codice Penale, che garantiscono quasi tutte le conquiste politiche e sociali della Rivoluzione Francesi con alcune eccezioni, come nell’ambito dell’emancipazione femminile.
Il ricostituirsi di una serie di coalizioni antifrancesi lo costringono a tornare sui campi di battaglia. Ed è proprio in questo periodo che ottiene le vittorie più importanti. Austerlitz contro Russi e Austriaci (1805), Jena (1806) contro i Prussiani e Eylau (1807) contro Russi e Prussiani sono quelle più significative e celebri. I successi militari gli consentono di riorganizzare la mappa politica dell’Europa per porla sotto il proprio dominio. Nel 1806 pone fine al millenario Sacro Romano Impero, racchiudendo il mosaico di stati e staterelli che ne facevano parte all’interno della nuovissima Confederazione del Reno. Nel 1807 la Pace di Tilsit con lo zar Alessandro I decreta la divisione dell’Europa fra Russia e Francia e la costituzione di un’alleanza fra le due potenze. Il matrimonio nel 1810 con Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, figlia dell’imperatore austriaco Francesco II, gli permette di legare a sé anche uno dei nemici più ostili.
Allo schiudersi del secondo decennio del XIX secolo, Napoleone è il padrone del mondo intero. Tuttavia, è proprio in questo periodo che iniziano a manifestarsi le prime incrinature. Alle difficoltà nella sottomissione della Spagna si uniscono il fallimento del Blocco Continentale, varato nel 1807 per colpire i commerci britannici, e la rottura dell’alleanza con la Francia da parte dello zar russo. La risposta di Napoleone non si fece attendere e si concretizzò nella celeberrima Campagna di Russia (1812). Come è noto la Grande Armée fu sopraffatta tanto dal generale russo, Kutuzov, quando dal Generale Inverno. L’operazione militare si tramuta in una disfatta, aggravata dall’effetto domino che essa scatena. Il disastro russo rianima i falsi amici della Francia, che si coalizzano nuovamente e sconfiggono Napoleone a Lipsia (1813). Nel 1814, quindi, l’imperatore dei francesi, incalzato dall’avanzata delle truppe nemiche su Parigi, decide di abdicare e di accettare l’esilio sull’isola d’Elba.
Ma Napoleone non si da per vinto. Fugge dall’isola toscana e sbarca sulle coste della Francia meridionale tentando di riprendersi quello che secondo lui gli spettava di diritto. La cavalcata verso Parigi è un continuo trionfo e il re borbonico Luigi XVIII, rimesso sul trono dalle potenze vincitrici, si vede costretto a fuggire. Le potenze europee costituiscono una nuova coalizione antifrancese. Si ripropone il consueto copione: Napoleone e i suoi seguaci da soli contro il mondo intero. Ma questa volta senza lieto fine. Tutte le speranze di rivincita svaniscono infatti a Waterloo.
Questa volta è finita davvero. Sul trono di Francia torna per la seconda volta Luigi XVIII, Napoleone è confinato sull’Isola di Sant’Elena, un puntino isolato al centro dell’Oceano Atlantico. Qui si spegne il 5 maggio 1821. Termina così ingloriosamente l’epopea di un personaggio grandioso, che ha tenuto in pugno l’intera Europa per oltre un decennio. Come detto in aperura, Napoleone è stato un generale straordinario, un uomo di stato e un grande stratega e innovatore politico.
Tuttavia, della sua sfaccettata personalità, l’aspetto forse più significativo per i risvolti nella storia successiva é stato quello di alfiere della Rivoluzione Francese. Un’alfiere che in parte la tradisce, comprimendo parzialmente le conquiste rivoluzionarie all’interno dei Codici Civile e Penale e restaurando una monarchia autoritaria, ma che indubbiamente contribuì alla sua diffusione. I principi della Rivoluzione che seguivano la marcia delle armate napoleoniche sarebbero entrate a tal punto nelle coscienze dei popoli d’Europa da rendere vano ogni successivo tentativo di restaurazione dell’Antico Regime.