La storia che vi racconteremo oggi ha dell’incredibile, e, senza nemmeno farlo apposta, come tutte le cose incredibili di epoca contemporanea, sorse durante la Guerra Fredda. Nello specifico siamo sul finire degli anni ’50, il periodo del boom economico italiano e dell’exploit di molte economie. Ma anche il periodo in cui la Pepsi divenne il 6° esercito più potente al mondo. Come? Lo vedremo subito.
Come sopra accennato, siamo nel 1959, periodo di organizzazione per l’Esposizione nazionale americana in territorio sovietico, precisamente nella capitale. A Mosca è tutto pronto e tutto sembra procedere liscio. Il presidente USA Dwight Eisenhower è entusiasta, sta riuscendo nel suo intento di esportare la cultura americana in territorio nemico. Il capitalismo avanzava sul suolo del comunismo.
Ma era tutto troppo bello per essere anche vero, e allora ecco che arrivano i primi problemi, che sembrano anche grossi. Il protagonista fu Richard Nixon, futuro presidente ma all’epoca ancora vice. Tra lui e il leader sovietico Krusciov scoppiò una lite furibonda e dai toni elevati. Sembrava che le cose volgessero al peggio e tutto potesse saltare in aria (forse non solo metaforicamente). Nixon lasciò Krusciov allo stand della Pepsi, il resto divenne storia.
Come in tutte le favole con lieto fine, arriva ora l’aiutante del protagonista: il presidente della Pepsi. Questi, per riportare la pace ed un clima nuovamente disteso, offre un bicchiere della sua bevanda a Krusciov. Sorprendentemente accetta e ne resta sbalordito a dir poco. Aveva scoperto un nuovo amore per quella bevanda. C’era un solo problema, anzi due: era americana, era capitalista.
Si aggiunga inoltre che negli States e nella maggior parte del mondo all’epoca, il rublo non era accettato. Sembrava un muro abbastanza difficile da superare: come si pagava quell’ottima bevanda scura? A volte, invece che guardare sempre in avanti, basta volgersi all’indietro. Allora eccola li la risposta: bastava barattare. Con cosa? Beh, con 17 sottomarini, un incrociatore, una fregata e un cacciatorpediniere!
Una volta siglato il contratto, ufficialmente la Pepsi divenne il 6° esercito più potente al mondo. Chiaramente un’azienda di bevande gassate non se ne faceva nulla di tutte quelle armi, che attiravano anzi l’attenzione su di lei, e le vendette. Finalmente la Pepsi aveva i suoi soldi, i russi la loro bevanda e la Guerra Fredda il superamento di un altro rischioso diverbio.