Fotografia di anonimo, set de “Il Postino“, autunno del 1993. In posa ci sono Massimo Troisi ed il suo sosia Gerardo Ferrara. Un’incredibile somiglianza che varrà al secondo un posto da attore nello stesso film e, soprattutto, un’amicizia speciale con il grandissimo Massimo, stroncata troppo presto da una bruciante malattia. Una grande fortuna/sfortuna che vi racconteremo in breve.
Proprio durante l’autunno del 1993, mentre giravano il film “Il Postino“, uno dei più belli e significativi di Troisi, quest’ultimo soffriva sempre più gravemente di quei problemi di cuore che sin da bambino lo affliggevano. Fu così contattato Gerardo Ferrara, un normalissimo professore di Sapri che gli somigliava tremendamente. Iniziava così una splendida amicizia.
Le scene che infatti risultavano più pesanti per il debole cuore di Massimo erano lasciate a Gerardo. E come le loro persone si intrecciavano nel personaggio di Mario, il loro legame si stringeva nella vita reale. Ma qualcosa andava sempre peggio, ed erano le condizioni del cuore di Massimo Troisi, nonostante la giovane età dell’epoca.
Una nota triste e che fa fiorire molti “E se” nel giardino dei dubbi è che, proprio per girare “Il Postino“, l’attore rimandò l’operazione di trapianto cardiaco. Non è scritto da nessuna parte che questa gli avrebbe salvato la vita, ma come in un lieto fine di un film, per restare in tema, era quello che molti speravano. Purtroppo non andò in questo modo.
Un altro particolare bellissimo della vicenda è che, mentre giravano delle scene alle Isole Eolie, a Salina particolarmente, la moglie di Gerardo lo raggiunse, con una lieta notizia. Come sempre accade in quel ciclo di continui bilanciamenti che è la vita, alla morte vicina si contrapponeva una nascita prossima. Gerardo sarebbe diventato papà, e Massimo era molto entusiasta e non faceva che premurarsi per il nascituro.
Concludiamo con un finale biforcato: la nascita e la morte. Il bello e il brutto. Il 3 giugno 1993 finirono le riprese del film e Troisi si congedò da tutti in maniera cordialissima. Chiese di non dimenticarsi di lui (impossibile) e lasciò una dedica a Gerardo dicendogli grazie perché rese il suo lavoro “più piacevole e meno faticoso“. Purtroppo, il giorno dopo, Massimo morì. Nel frattempo un altro Massimo nasceva. Era il figlio di Gerardo (e un po’ anche di Troisi, che tanto lo amò senza mai conoscerlo).