Almanacco del 2 agosto, anno 338 a.C.: presso Cheronea, in Grecia, le armate macedoni di Filippo II sconfiggono quelle ateniesi e tebane e dei loro alleati. Inizia in questo modo l’egemonia macedone sulla Grecia. Le conquiste paterne forniranno la rampa di lancio per Alessandro Magno, che porterà i confini del mondo ellenico fino in India. Ma vediamo dunque che cosa avvenne.
L’intera storia dell’Antica Grecia è caratterizzata dal vigoroso antagonismo delle diverse città-stato, le poleis. Costoro erano estremamente gelose della propria autonomia e solamente in casi di eccezionale pericolo, come durante le guerre persiane, superarono il loro campanilismo unendosi contro la comune minaccia esterna. Ma appena era terminato il pericolo, l’odio fra le città si riacuiva e talvolta esplodeva in scontro armato. E infatti le due maggiori potenze regionali della Grecia classica, Sparta e Atene, giunsero a scontrarsi nella celebre Guerra del Peloponneso.
L’egemonia spartana sulla Grecia, determinata dalla vittoria nel suddetto conflitto, era terminata in seguito ad un altro scontro fra poleis, questa volta contro Tebe. Il successo di quest’ultima aveva decretato l’inizio della sua egemonia sull’Ellade. Ma anche l’apogeo tebano era durato poco, infrangendosi dinnanzi un nuovo scontro fratricida.
Mentre le città della Grecia centrale e meridionale si consumavano in lotte interne, il nord del mondo ellenico vedeva il rafforzarsi di un regno fino ad allora rimasto confinato nella periferia politica. Sto parlando del regno di Macedonia, la cui capitale, Pella era situata poco più a nord di Salonicco. Nel 359 a.C. salì al trono Filippo II, che diede una spinta decisiva al consolidamento e all’espansione del proprio dominio.
Costui cominciò ad intromettersi nelle questioni interne delle poleis, con l’obbiettivo di portarle sotto il proprio controllo. Nel 348 a.C. la città di Olinto, situata nella penisola calcidica, si ribellò e fu annientata dall’esercito macedone. La minaccia che proveniva da nord si palesava quindi in tutta la sua gravità. Iniziarono perciò a sollevarsi diverse voci che incitavano le diverse città ad unirsi in una Lega contro la Macedonia. Con grande ritardo e con ancora molte diffidenze, il progetto andò in porto. Tuttavia, Filippo II aveva avviato una profonda riforma dell’esercito con la creazione della falange macedone, una schiera di opliti decisamente più compatta e massiccia.
Lo scontro finale si consumò a Cheronea, in Beozia, il 2 agosto 338 a.C. L’armata macedone sbaragliò quella della Lega Achea, grazie soprattutto all’efficacia della riforma voluta da Filippo II. La vittoria decretava l’inizio di una nuova egemonia sulla Grecia, questa volta non di una polis, ma di un regno periferico, talvolta considerato “barbaro” nell’Ellade del centro e del sud. Un regno che, invece, avrebbe completamente sopraffatto l’eterno rivale della Grecia classica, l’Impero Persiano. Un regno che avrebbe esportato la cultura ellenica fino ai confini del mondo allora conosciuto.