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In Ungheria scoperti cherubini scolpiti da un celebre scultore italiano

Spostiamoci in Ungheria. Qui, nel Castello di Vysehrad, gli archeologi hanno trovato una coppia di cherubini scolpiti niente meno che dal maestro del Rinascimento, Benedetto da Maiano. Questo collegamento fra l’Ungheria e l’Italia si è rivelato essere molto interessante per i ricercatori.

Cherubini di Benedetto da Maiano scoperti in un castello ungherese

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Crediti foto: @Newsyou

Gli archeologi ritengono che la coppia di cherubini trovata negli scavi del Castello di Vysehrad risalgano al XV secolo. Inoltre pare che sia opera dello scultore italiano Benedetto da Mariano.

In realtà i reperti si trovavano nei pressi di una chiesa associata a un monastero francescano, non lontano dal maniero. Francesco Cagliotti, professore presso l’Università di Pisa, ha confermato la scoperta, sottolineando le somiglianze fra questi putti e altre opere note di Benedetto da Maiano.

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Crediti foto: @Newsyou

Se non conoscete il suo nome, sappiate che si tratta di uno scultore italiano del primo Rinascimento, famoso soprattutto per i suoi lavori su Palazzo Strozzi a Firenze. Secondo alcuni documenti storici, il re Mattia d’Ungheria commissionò a Maiano la realizzazione di alcuni cassoni intarsiati. Tuttavia durante il trasporto queste opere furono danneggiate.

Il che costrinse Maiano a passare, forzatamente, dal legno alla pietra per i suoi lavori.

I cherubini facevano parte di un altare del XV secolo realizzato in marmo bianco. Le teste e le ali sono abbastanza intatte, anche se qua e là si notano alcuni piccoli danni. Tuttavia pare certa l’attribuzione a Maiano: i capelli intagliati, le piume e i volti sono tipici del maestro scultore.

Questo ritrovamento è particolarmente importante in quanto è una prova del fatto che il Rinascimento arrivò presto in Ungheria, influenzata fra l’altro dall’Italia. Oltre ai cherubini, gli scavi hanno portato alla luce statue rotte, vari detriti e anche i resti di tre persone, presumibilmente dei monaci.

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Secondo i ricercatori questi resti umani potrebbero risalire all’epoca dell’assedio del 1540 da parte di re Ferdinando. A seguito di tale assedio il monastero entrò in una fase di declino.