Fra le molte storie che riguardano le crociate poche si ricordano di raccontare il ruolo dei Turcopoli. Questi combattenti avevano un carattere ambiguo però, ovvero erano arruolati come cavalieri per l’Ordine Templare ma spesso erano cristiani solo formalmente convertiti, rimanendo invece spesso fedeli all’Islam.
Ma da dove arrivavano i Turcopoli? Questi cavalieri erano i figli nati dall’unione dei Selgiuchidi con i Greci. E fra i molti popoli locali che vennero arruolati o che si unirono di propria sponte alle crociate vanno annoverati anche loro.
In particolare erano abili e velocissimi cavalieri. Va specificato però che la velocità dei loro cavalli era legata al fatto che il loro equipaggiamento era minimo e la loro armatura era leggera. Disponevano infatti di solo un farsetto imbottito ed un elmo ed attaccavano con lance o spade.
Il loro comandante, chiamato Turcopolier, ricopriva una carica più alta di un sergente ordinario. Inoltre tali combattenti erano simili a mercenari. Sebbene non doveva essere pagato l’ingente costo di trasporto degli eserciti dall’Europa, in quanto i Turcopoli si trovavano già in loco, i loro stipendi andavano comunque pagati. Il problema più classico, ovvero quello del mantenimento degli eserciti, soprattutto in terre lontane, si presentò puntuale.
Spesso un Turcopolo era inoltre presente al fianco del Gran Maestro dell’Ordine Templare. Pare che questo fungesse da traduttore nel caso di incomprensioni fra le direttive dell’ordine e tali combattenti.
La fine dei Turcopoli va ricondotta alla tragica battaglia dei Corni di Hattin nel 1187. Qui le truppe di Saladino sbaragliarono gli eserciti cristiani, fra cui 4000 cavalieri Turcopoli di cui ne sopravvisse solo 500. Molti si ritirarono tra Malta e Cipro insieme ai Cavalieri Templari e agli Ospitalieri. Molti altri invece vennero giustiziati da Saladino per aver tradito l’Islam.
Insomma non era mai facile scegliere da che parte stare nel Medioevo eh!