Interessante scoperta da parte degli antropologi. In uno studio pubblicato su Science Advances hanno annunciato di aver trovato tracce della Sindrome di Down sulle ossa di un uomo di Neanderthal. Anzi, di un bambino di 6 anni. Il tutto è avvenuto durante alcune ricerche nella grotta spagnola di Cova Negra.
Sindrome di Down nell’uomo di Neanderthal?
I ricercatori stavano esaminando alcune ossa che avevano trovato in precedenza nella suddetta grotta. Così ne hanno trovato una che spiccava fra le altre. In pratica era parte di un cranio, contenente anche le ossa dell’orecchio interno e lunga solo pochi centimetri, appartenente a un bambino che visse fino a circa 6 anni.
L’osso in questione mostrava diverse anomalie associate solitamente alla presenza della Sindrome di Down. Secondo gli studiosi, questo bambino aveva problemi di udito. Si tratta di una scoperta interessante perché indica che i nostri cugini più stretti si prendevano cura già allora dei membri più vulnerabili della comunità-
Causata dalla presenza di una copia in più del cromosoma 21 (la patologia è nota anche come trisomia 21 e può manifestarsi a causa di una terza copia intera o anche solo una parte in più del cromosoma 21), ecco che la sindrome può causare diversi problemi di salute e ritardo nello sviluppo. Fra di essi figura proprio anche la perdita parziale o totale dell’udito.
Scansioni ad alta risoluzione dell’osso dell’orecchio interno dello scheletro in questione hanno permesso di notare un interno a spirale molto più piccolo rispetto agli altri Neanderthal. Adesso, però, manca la conferma del DNA. Se si riuscirà a recuperare il DNA di questo osso, ecco che sarà confermato il fatto che questo bambino aveva un cromosoma in più.
La scoperta ci offre uno scorcio inedito sulla società dei Neanderthal. Oltre al problema uditivo, infatti, il bambino potrebbe aver avuto difficoltà a comunicare con gli altri membri del gruppo, potrebbe aver manifestato difficoltà nel camminare, problemi di equilibrio e anche difficoltà nell’allattamento. Si tratta di sintomi associati alla Sindrome di Down che è impossibile vedere con le ossa.
Il che vuol dire, però, che, visto che il bambino è sopravvissuto fino ai 6 anni, gli altri membri del suo gruppo avevano dedicato tempo e risorse extra per farlo sopravvivere. Questa non è certo la prima volta in cui gli archeologi trovano prove del fatto che i Neanderthal si prendessero cura delle persone con esigenze particolari.
Per esempio, l’uomo di Neanderthal della grotta di Shanidar, in Iraq, morì a 50 anni con problemi di vista e di udito. Inoltre aveva anche un braccio parzialmente amputato. Tutte condizioni, queste, a cui ha potuto sopravvivere solamente con l’aiuto degli altri membri della comunità.