Quello che a oggi è un pittoresco arcipelago, ambitissimo da chi cerca sensazionali paesaggi di mare e di montagna, rappresentò più di 600 anni fa per gli spagnoli un prezioso esercizio di colonizzazione. Situate al largo della costa del Maghreb, le Canarie furono il primo capitolo di una lunga serie di conquiste territoriali fuori dal continente europeo. L’instabilità della tarda antichità aveva interrotto i già esigui rapporti commerciali intrattenuti con gli isolani, ed era stato solo l’arrivo degli arabi in Africa a ripristinare gli scambi commerciali e culturali con le Canarie.
Intorno al 1320, Lanzarotto Malocello è il primo a documentare il proprio approdo nelle isole. Egli arriva furtivamente sull’isola che a oggi porta proprio il suo nome, Lanzarote, e trascorre più di 20 anni nell’arcipelago prima di tornare in Europa. I suoi racconti parlano di una popolazione autoctona molto primitiva, e suscitano ben presto la curiosità di navigatori e regnanti. Ad esempio, nel 1341, il re portoghese Alfonso IV finanzia una piccola spedizione per navigare e mappare le misteriose Canarie. Per tutto il Trecento, vi sarà un susseguirsi di spedizioni mirate ad approfondire la conoscenza di questi territori. Aumenta parallelamente la brama di conquistare queste isole vergini, e di convertire gli indigeni al cristianesimo.
Portoghesi e aragonesi-maiorchini rivaleggiano costantemente in queste missioni. Sul finire del secolo la creazione di alcuni avamposti sulle isole procede di pari passo con l’opera di evangelizzazione della popolazione autoctona. Dopo circa 80 anni di esplorazioni e di acquisizione di conoscenze, si passa poi alla conquista vera e propria delle Canarie. Questo sforzo si protrae per tutto il Quattrocento, parallelamente alla reconquista nella penisola iberica. Infatti, le due imprese sono animate dallo stesso anelito religioso. Tuttavia, nella prima fase di conquista i governanti iberici non sono i primi protagonisti. Ad occuparsene sono signori più piccoli o nobili europei, interessati ad occupare l’arcipelago per motivi economici.
Il primo ad aprire la strada della conquista sarà il normanno Jean de Bethencourt. Questi aveva avviato una spedizione nelle Canarie con il benestare dai monarchi castigliani, che oltre al solo permesso di invadere l’isola, gli avevano generosamente accordato i diritti di conquista e i titoli su quelle nuove terre. Questo modus operandi sarà adottato dai re castigliani anche nei riguardi dei primissimi conquistadores nelle Indie. Bethencourt riesce facilmente ad appropriarsi di Lanzarote e torna in patria alla ricerca di nuovi uomini e finanziatori. Nel frattempo l’isola è affidata al suo capitano Gadifer, che è anche responsabile di portare avanti la spedizione.
Quando però questi arriva a Fuerteventura, la presa di quest’isola si rivela decisamente più difficile. L’elemento difficoltoso non sono gli indigeni, ma la tensione esistente tra gli stessi uomini al comando di Gadifer. Domina la preoccupazione per la scarsezza di cibo e acqua, e inoltre Bethencourt si trova a numerose leghe di distanza. Gli autoctoni finiscono per aggravare questa situazione perchè si lasciano trascinare nei conflitti interni degli invasori, rendendo la conquista ancora più ostica. Ci vorranno 3 anni per pacificare Lanzarote e ultimare la conquista di Fuerteventura. Bethencourt riuscirà a governare le isole invase e a consolidare la presenza europea, a danno degli indigeni che vengono presto schiavizzati.
La seconda fase della presa delle Canarie è detta Conquista Realenga, poiché stavolta entrano in gioco direttamente i regnanti, attirati dalle ricchezze offerte da Gran Canaria, Las Palmas e Tenerife. Solo grazie alle pressoché infinite risorse della Corona si riuscì ad appropriarsi delle isole e a pacificarle definitivamente. La Conquista Realenga termina con grandissimo sforzo nel 1496. Da quel momento in poi l’arcipelago inizia a seguire le correnti culturali europee. Nel complesso la colonizzazione delle Canarie ha concesso agli spagnoli di mettere in pratica un’efficace metodologia di dominio, unitamente all’applicazione di nuovi principi militari finalizzati a subordinare popoli indigeni. L’esperienze maturate in questo esercizio di colonizzazione si riveleranno assai preziose, allorché i castigliani inizieranno la conquista del Nuovo Mondo.