Può il progressivo cambiamento climatico sconvolgere e trasformare la società umana? Stando agli avvenimenti contemporanei, la risposta è assolutamente affermativa. Ma vi stupirebbe sapere che nel recente passato ciò che abbiamo descritto è accaduto? Stiamo parlando della piccola era glaciale che dal XIV al XIX secolo ha interessato l’intero globo terrestre e, nell’odierno caso specifico, l’Europa.
Prima ci piacerebbe sottolineare un’informazione: la piccola era glaciale (abbreviata anche in PEG) è un fenomeno che, in modo diverso e con tempistiche differenti, ha riguardato tutto il mondo, con riscontri visibili in ogni continente. Tuttavia mancano degli studi incrociati. Questi sarebbero in grado di collegare tali fenomeni apparentemente simili tra loro. Se vogliamo, questa è la ragione per cui spesso si tende ad affrontare la questione solamente da un punto di vista europeo.
Detto ciò, bisogna ricordare come la piccola era glaciale sia un termine del tutto convenzionale e non corretto da un punto di vista puramente geologico. Affrontando un discorso del tutto climatologico, allora si può affermare come la PEG sia un periodo abbastanza definito preceduto da una fase denotata come “periodo caldo medievale“, in cui le temperature si mantennero più alte della media, e succeduto dall’odierna epoca di rialzamento della temperatura (sollecitata e non poco dal fattore umano).
Ma la nostra premessa cercava e cerca una correlazione tra cambiamento climatico e mutamento della società nella storia passata. Alcuni storici si sono avventurati in studi interessanti, senza dubbio coraggiosi, che meritano una breve considerazione: il tedesco Philipp Blom pensa che, ad esempio, il freddo e di conseguenza i cattivi raccolti durante il ‘600, abbiano alimentato l’odio popolare nei confronti delle “streghe“, accusate di manipolare negativamente l’andamento delle colture.
Le stesse carestie dovute al cambiamento climatico hanno agevolato un fenomeno già in corso: la migrazione campagna-città. A beneficiarne sono state soprattutto le città europee settentrionali. Non ci sembra una coincidenza che il ‘600 sia considerato per certi versi il “secolo olandese”. Il clima condizionò anche le arti, in primis la pittura e la musica, almeno secondo Blom.
Ma il freddo non avrebbe avuto solo effetti negativi. Secondo lo storico tedesco i cattivi raccolti e un declino agricolo in quest’epoca avrebbe spinto gli europei a velocizzare una ricerca tecnologica in grado di sopperire a tali problematiche. Da qui il progresso proto–industriale che poi sarebbe mutato in qualcosa di molto, molto più grande. Quali che siano le posizioni in merito, analizzando il passato si può affermare come il clima influenzi, e non poco, il cambiamento della società umana, in ogni suo aspetto.