Fotografia di Storm Thorgerson, Potters Bar, primavera del 1970. La mucca Lulubelle III posa di fronte all’obiettivo del fotografo britannico S. E. Thorgerson, nel paesaggio rurale offerto dalle campagne a nord di Londra. Questo scatto che possiamo ammirare in tutta la sua ordinaria semplicità non è una fotografia qualunque, bensì “La foto definitiva di una mucca“, come arrivò a definirla il medesimo autore.
L’istantanea fu commissionata al grafico inglese dai Pink Floyd, alla ricerca di una copertina per il loro quinto album Atom Heart Mother. Dietro la peculiare scelta del soggetto ci fu una volontà chiaramente espressa dalla band rock: quella di distanziarsi dall’etichetta di musicisti psichedelici. Quale migliore modo di farlo se non comunicando al mondo intero il concetto basilare di semplicità, nella sua essenza massima. Con queste direttive anticonvenzionali, ma estremamente genuine, Storm Thorgerson si mise al lavoro.
Consapevole di dover scegliere un soggetto scollegato sia al genere musicale sia alla band, Thorgerson chiese un parere all’artista John Blake. Fu quest’ultimo a proporre una mucca. Presa per buona l’idea, il fotografo si recò nelle campagne a nord di Londra, nello specifico nell’allevamento di Arthur Chalke, non lontano da Potters Bar. Tra i vari esemplari bovini, quello che maggiormente convinse Thorgerson fu una mucca frisona di nome Lulubelle III.
Scattata la foto, pagate le 30 sterline al fattore, Thorgerson propose ai Pink Floyd l’immagine che piacque fin da subito. Con meno entusiasmo accolsero la scelta della copertina i funzionari della EMI (la casa discografica che collaborava con il gruppo rock). Uno di loro gridò al grafico inglese “Ma sei matto? Volete rovinarci?”. Alla fine tutto filò liscio e l’album venne pubblicato il 2 ottobre 1970.
I Pink Floyd insistettero nel non inserire né il loro nome né quello dell’album sul fronte o sul retro della copertina originale. L’idea fu tanto rivoluzionaria quanto di successo, perché con quell’estrema banalità si riusciva ad attirare lo sguardo tra chi, stanco dell’altrui provocazione, ricercava pura e semplice ordinarietà.
Storm Thorgerson disse anni dopo: “La copertina faceva una gran figura, in mezzo alle altre dell’epoca che cercavano di attirare l’attenzione in modo provocatorio. La mucca attirava lo sguardo più di quanto potessi sperare: era diversa perché così normale”.