Almanacco del 20 giugno, anno 451: presso i Campi Catalaunici, nella Gallia settentrionale, gli Unni di Attila e i Romani di Flavio Ezio sono uno di fronte all’altro. È uno scontro cruciale. Per i Romani la vittoria non è un’opzione, è la sola possibilità di salvezza.
Alla metà del V secolo, l’Impero Romano è in grossa crisi interna e non è più in grado di contenere efficacemente la pressione dei popoli germanici lungo la frontiera renano-danubiana. A governarlo vi sono due imperatori, uno per la parte orientale e uno per la parte occidentale, che è quella messa decisamente peggio. La Britannia è completamente perduta, conquistata dagli Angli e dai Sassoni. Gallia, Spagna e Africa sono ancora sotto la giurisdizione dell’Impero d’Occidente, ma diverse aree in queste provincie sono occupate da Vandali, Visigoti, Burgundi, Alani, Franchi e Suebi.
Questi popoli sfruttano la debolezza dell’Impero d’Occidente che, a corto di truppe, accetta il loro stanziamento in cambio della fornitura di soldati. Si tratta del foedus, un patto fra Roma e un popolo straniero quasi sempre per fini militari. È uno strumento giuridico che i Romani utilizzano da secoli, ma ora i popoli germanici hanno il coltello dalla parte del manico e, consci di ciò, alzano sempre di più la posta in gioco.
In questo momento, però, la minaccia maggiore sono gli Unni. Un popolo proveniente dalle steppe dell’Asia centrale che, grazie alle doti politiche e militari del loro sovrano, Attila, hanno costituito un vero e proprio impero comprendente grosso modo l’intera Europa centro-orientale. Hanno sottomesso un grande numero di popoli germanici e hanno costretto l’Impero Romano d’Oriente a versare un ingente tributo per evitare altre scorribande. Tuttavia, nel 450, il nuovo imperatore d’Oriente Marciano rifiuta di rinnovare il tributo agli Unni e si mostra deciso ad opporsi militarmente. Attila, quindi, decide di attaccare la Gallia, una preda più semplice visto lo sfacelo interno dell’Occidente.
L’orda unna, composta anche dalle popolazioni sottomesse, passa il fiume Reno, e saccheggia una ad una le città che gli si presentano sul cammino. La situazione è tragica. Il magister militum dell’Occidente, cioè il comandante delle forze romane occidentali, Flavio Ezio, non dispone di forze sufficienti a respingere le truppe di Attila. Chiama quindi a raccolta i popoli germanici stanziati nelle terre imperiali. Dopo lunghe trattative, riesce a radunare una folta armata composta da Visigoti, Alani, Franchi, Burgundi e Romani.
Il 20 giugno 451 è il giorno della verità. L’esercito di Attila e quello di Ezio si incontrano presso i Campi Catalaunici, un’area pianeggiante oggi adiacente alla città francese di Chalons-en-Champagne. Lo scontro è durissimo, ma a risultare sconfitte sono le forze di Attila, che è costretto a ritirarsi dalla Gallia. Roma ha vinto un’altra volta. Si tratta però di un successo smussato, dato che il contributo degli alleati germanici è stato decisivo e non debellerà del tutto la minaccia unna. L’anno successivo, infatti, Attila attaccherà l’Italia. Ma questa è un’altra storia.