Sembra la trama di un film poliziesco o giallo, non lo è. Ciò che vi raccontiamo è accaduto poche settimane fa, precisamente il 24 maggio, a Berna. Qui, durante una cerimonia ufficiale nel Ministero della Cultura, la ministra degli Interni svizzera Elisabeth Baume-Schneider ha restituito tre reperti archeologici all’Iraq.
Ad accoglierli a braccia aperte vi era il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein, lieto di riavere indietro dei pezzi di storia mesopotamica. Stiamo parlando infatti di una statuina e due rilievi di un’epoca compresa tra 1.700 e 2.800 anni fa. Una nota del Ministero iracheno li definisce “di grande significato“, ed ha pienamente ragione.
Ma arriviamo alla parte più curiosa della vicenda. Come sono finiti in Svizzera dei reperti mesopotamici? La risposta è, purtroppo, quella più triste. Si trattava infatti di contrabbando di opere d’arte svoltosi nel cantone di Ginevra. Il principale imputato, al posto dei soldi che si aspettava in cambio dei reperti, riceve invece una pena detentiva per duplice accusa.
Oltre alla falsificazione dei documenti, il colpevole del reato infrange anche la legge sul trasferimento di proprietà culturali. Ma da dove arrivavano tali reperti? Scoperti durante scavi svoltisi in Iraq nel 1846/47, 1959 e 1976, secondo quanto riporta il ministero iracheno, in seguito scomparvero forse per vie illegali e finirono in mano a ricettatori.
I due rilievi in particolare sono di origine assira e si trovavano nel sito archeologico di Nimrud-Kalhu. Questi sono i più remoti nel tempo, dato che gli archeologi li datano al VIII secolo a.C. Ben 2.800 anni fa! Si tratta di una tragica tratta che, senza rispettare le opere in sé ed il loro criteri di conservazione, rischia di privarci di pezzi importantissimi di storia antica.
In conclusione sfatiamo quello che potrebbe essere un pensiero comune: la restituzione di oggi non è la prima e non è una cosa nuova, purtroppo. Dal 2005 si tratta della quinta restituzione dalla Svizzera all’Iraq, fatto che preoccupa molto l’UNESCO che aggiunge altri tre siti mesopotamici alla lista di quelli a rischio.