L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., tristemente collegata alla distruzione di Pompei ed Ercolano, fu una tragedia immane. Quella furia distruttiva non risparmiò nessuno, neppure i bambini più innocenti. La storia di oggi riguarda proprio dei disegni a carboncino fatti da loro e ritrovati nella antica città campana.
A dare la notizia è il Pompeii’s Excavations e-Journal, che aggiorna frequentemente il mondo sulle principali scoperte del sito archeologico più ricco della Campania. Ma dove si trovavano tali disegni? Stiamo parlando di una casa nobiliare, appartenuta a famiglie di ceti elevati: la Casa del Cenacolo Colonnato.
Arriviamo allora all’altra grande domanda che ci viene in mente: cosa rappresentavano? Come tutti i bambini, anche quelli di un periodo così remoto, cercano la rappresentazione immaginaria di personaggi degni di stima secondo loro. Con il carboncino ed un tratto incerto e giocoso rappresentarono dei gladiatori che combattono nell’arena.
Va ricordato che già all’epoca Pompei aveva una scuola gladiatoria di tutto rispetto e disponeva anche di un anfiteatro che ospitava tali tipi di attività ludiche. Non era una cosa anormale infatti fare il tifo per qualcuno nell’arena. Si trattava semmai di uno spettacolo macabro, ma non sempre questi scontri terminavano con la morte, anzi, era semmai il contrario, come spiegato in un altro articolo.
Si ricordi, anche se ormai è un dato di fatto largamente conosciuto, che anche in questo caso un grande ruolo di conservazione lo svolse l’eruzione stessa. La polvere ed i detriti, sommergendo le abitazioni e la città tutta, hanno preservato dipinti e strutture in condizioni che definire ottimali sarebbe riduttivo.
Inoltre, sostengono gli archeologi, disegni del genere non sono rari. Vi sarebbero migliaia di rappresentazioni gladiatorie a Pompei, e molte ancora tutte da scoprire. Come al solito, oltre al lato nefasto e triste della vicenda, storicamente e artisticamente emergono ancora e continuamente ingenti ricchezze.