In una gola rocciosa di Juukan, nella regione di Pilbara, a circa 1.000 chilometri da Perth, gli archeologi australiani fanno una scoperta sensazionale. Emerge infatti dai loro scavi un dente del diavolo della Tasmania, il simpatico animaletto che conosciamo grazie soprattutto alla sua presenza esuberante nei cartoni animati della nostra infanzia.
Il direttore degli scavi Michael Slack afferma che fino ad oggi, non c’erano prove evidenti della presenza di tale animale nella regione. Il ritrovamento odierno non testimonia però la sua certa presenza nella zona. Un solo reperto non potrebbe giustificare una presenza numerosa di tale specie nella zona. Quale è la soluzione all’enigma dunque?
Il dente giaceva insieme a molti altri manufatti rari nel rifugio montano roccioso. Questo testimonia una possibile presenza di scambi commerciali con l’area in questione risalente al periodo dei reperti. La gola di Juukan torna dunque al centro della cronaca dopo 10 anni esatti dall’ultima scoperta esaltante li avvenuta. Nel 2014 si trattò di una ciocca di capelli intrecciati risalenti a ben 5.000 anni fa.
I ricercatori coinvolti nello scavo affermano che la scoperta ha dimostrato “l’estremo significato culturale e scientifico della gola di Juukan“. Aggiungono che si potrebbero riscrivere importanti pagine di storia, soprattutto per quanto riguarda gli scambi commerciali e culturali tra varie zone dell’Australia.
Il tutto parte, come spesso accade, da una notizia negativa. Nel 2020 infatti esplose la miniera Brockman 4 di Rio Tinto. Da lì iniziano i lavori di recupero e bonifica dell’area. Si scoprirono importanti reperti e l’attenzione sulla gola aumentava di giorno in giorno. Dopo 4 anni si arriva all’importante scoperta odierna, insieme a molti altri manufatti antichi.
Il dottor Jordan Ralph specifica che per ben due anni ci sono stati dei puri lavori di rimozione delle rocce e del sovraccarico. Solo negli ultimi sei mesi sono iniziati i lavori di recupero di reperti storici. Questo testimonia quanto potenziale da scoprire ancora ci sia nell’area. Non ci resta che attendere notizie, questa volta buone.