A quanto ne sappiamo oggi, le prime vicende storiche ad interessare l’area andina si svolgono intorno al II millennio a.C. In questo periodo si denota già una società evoluta di tipo proto-urbano. Ma prima di avere un potere unitario forte e ampio come quello Inca, passeranno molti secoli e diverse dominazioni. Oggi ci soffermeremo prettamente sulla parte religiosa della faccenda, ed in particolare sulle “donne elette” degli Inca. Scoprite insieme a noi chi erano e che compiti svolgevano.
Per correttezza d’informazione ci teniamo a sottolineare in apertura che la maggior parte delle fonti che ci narrano di questa splendida civiltà mesoamericana, sono di origine spagnola. Arrivati nel XV secolo, i conquistadores ci narrano molto di questa gente “nuova” che sentivano di avere “scoperto”, ma lo fanno, chiaramente, con un loro punto di vista personale. Forte sarà il carattere eurocentrico e cristianocentrico delle fonti, per cui bisogna sempre applicare determinati filtri.
Particolare attenzione da parte dei conquistatori spagnoli ebbero i culti e le vicende inerenti tali donne, dicevamo. Si trattava delle fanciulle più belle che la nobiltà provinciale aveva da offrire. Scelte con criterio, venivano poi portate in determinati centri della capitale e qui rinchiuse. Tali luoghi erano conosciuti come “case delle donne elette“.
Qui le fanciulle apprendevano tre arti differenti: la filatura, la tessitura e la preparazione della chicha, una bevanda simile alla birra preparata con mais fermentato. Dopo un determinato lasso di tempo queste donzelle venivano portate nella capitale ed esaminate dal sovrano. Alcune divenivano, sotto sua diretta scelta, le concubine reali, altre invece prendevano servizio come sacerdotesse.
Si chiude qui la parte più lieta del racconto, ed inizia quella invece cruenta. Quelle che tra loro non finivano in nessuno dei due ambiti sopra indicati avevano riservato un destino nefasto. Le attendeva il sacrificio umano. Si trattava di un fenomeno molto diffuso nella zona, e anche in alcune religioni antiche del mondo asiatico ed orientale in generale. Una particolare attenzione ricevevano le fanciulle vergini.
Tale uccisione rituale serviva per bilanciare quel particolare rapporto che gli Inca avevano con le divinità. Concepito come una sorta di ordine, con un continuo do ut des, una volta turbata tale armonia si doveva fare di tutto per calmare l’ira divina. I sacrifici umani rientravano, insieme a quelli animali, in quest’ottica. Civiltà senza dubbio affascinanti, ma a dir poco cruente!