Verso la fine del XVI secolo si prolungava tra Inghilterra e Scozia un conflitto sanguinoso e brutale i cui lasciti sono visibili ancora oggi. Un gruppo di appaltatori archeologici scoprono infatti dei resti umani ricchi di tagli e sfregi inflitti al momento della morte. Un modo macabro per marcare la superiorità e la vittoria, una pratica che, attuata sul finire del ‘500, rimane visibile fino ai giorni nostri.
La scoperta avviene nel corso del lavoro al cimitero della Chiesa parrocchiale di Swinton, circa 5 kilometri oltre il confine anglo-scozzese. Ad operare il macabro rinvenimento sono gli appaltatori archeologici del Border Reivers Archaeology Unit. I resti invece appartengono a 5 persone, di cui due adulti e tre adolescenti/bambini.
Si tratta di un ritrovamento molto ricco: ben 124 frammenti ossei e due denti. Molti di questi presentano incisioni e tagli riconducibili ad un’ascia o ad una spada. Molte altre ossa della gamba presentano due o più tagli netti, inferti al momento della morte. Una pratica di brutalizzazione dei cadaveri esasperata.
Ma se pensate che il peggio sia finito, vi sbagliate. Come accade sempre in un contesto bellico o di frizioni, il rispetto per il nemico manca totalmente. Su alcune ossa si sono ritrovati dei segni di morsi animali. Da ciò si evince che non ci fu chiaramente alcuna sepoltura, ma rimasero esposti alle intemperie e, appunto, alla mercè delle belve.
Ma da cosa deriva tutta questa violenza? Come accennato in precedenza, durante il XVI secolo, ma anche prima, ci furono numerose frizioni tra Inghilterra e Scozia. Inoltre, tra il XII ed il XVII secolo, ci fu il periodo dei cosiddetti Border Reivers. Si trattava di razziatori seriali lungo tale fascia di terra nel corso del contesto bellico, che chiaramente facilitava il tutto.
Chiaramente questo non è l’unico scenario di sciacallaggio conosciuto nel lungo corso della storia. La guerra porta con sé tante nefandezze, tra cui anche questa. Quello presente in questi secoli nel Regno Unito fu però tra le più violente, e la scoperta di questi giorni ci fa da testimone.