Giovanna la Pazza nacque nel 1479 dal matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, gli eredi dei due più potenti regni spagnoli di quel periodo. Furono i primi monarchi a essere investiti del titolo di “maestà cattoliche” da parte del pontefice, in virtù della dedizione mostrata nel portare a termine la reconquista. Con la loro unione, per la prima volta le due corone erano politicamente riunite tra loro, anche se non ancora unificate.
La morte di Isabella nel 1504 e la questione dinastica legata al regno di Castiglia inaugurano una stagione di tradimenti ai danni della povera Giovanna. Suo padre desidera ardentemente il trono e quindi scredita la figlia. A corte iniziano a girare voci sulla follia di Giovanna, troppo instabile e impulsiva per governare. Basti pensare che Ferdinando in quel periodo firmava documenti ufficiali come “El Rey“. Sicuramente non si faceva troppi problemi a palesare la propria ambizione.
Le maldicenze associate a Giovanna attecchirono facilmente in virtù del suo carattere, considerato decisamente “fuori dagli schemi” per l’epoca in cui viveva. Il suo spirito di ribellione aveva scandalizzato molte persone a corte, inclusa la madre Isabella. Inoltre, definirla “tiepidamente cattolica” sarebbe un eufemismo, considerando che non volle mai confessarsi. In un contesto storico come la Spagna cristiana di fine ‘400, fanaticamente impegnata nella cacciata degli arabi, comportamenti come questi erano scandalosi, se non addirittura tacciabili di eresia.
I dubbi sulla salute mentale di Giovanna si moltiplicarono all’indomani del suo matrimonio con Filippo il Bello, figlio dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo. L’amore che la legava al marito divenne presto ossessione. Quando erano separati finiva in preda a profonde crisi di nervi e spaventosi attacchi di rabbia. Oltretutto, l’infedeltà dell’amato andava ad aggravare un sentimento già estremamente tossico. In breve, quindi, la sua poca devozione, l’eccessiva sensualità nel rapporto con Filippo, gli accessi di ira, e la sua generale indifferenza per i costumi dell’epoca, furono gli elementi di cui si valse Ferdinando per delegittimarla.
Gli uomini più importanti della sua vita finirono tragicamente per tradirla. Il marito Filippo usò lei e il suo titolo per impadronirsi lui stesso del regno di Castiglia. Quando Ferdinando si ritirò finalmente dalla lotta per la successione, i due firmarono un documento in cui si affermava la totale incapacità di Giovanna a governare. Quando Filippo morì nel 1506, Ferdinando tornò alla carica. Rientrò trionfalmente in Castiglia dal regno di Aragona, approfittandosi dello stato depressivo in cui versava la figlia e della poca dimestichezza dimostrata come regina. Affermava di voler aiutare Giovanna nel governo del regno, ma possiamo immaginare come sia andata a finire…
La donna, passata tristemente alla storia come Giovanna la Pazza, rimase regina solo di nome. Ferdinando alimentò le dicerie sulla sua follia e la fece rinchiudere nel Palazzo Reale di Tordesillas, sotto stretta sorveglianza. Non fu diverso quando nel 1517 il regno passò nelle mani di Carlo, figlio ed erede di Giovanna e Filippo. Egli ottenne l’autorizzazione a regnare insieme alla madre, ma nei fatti regnò da solo sulla Spagna, mentre la madre restava confinata. La regina si spense nel 1555, dopo 46 anni di prigionia e un’esistenza all’insegna del dolore e del tradimento.