Almanacco del 2 maggio, anno 1519: ad Amboise, in Francia, muore all’età di sessantasette Leonardo da Vinci. Considerato uno dei più raffinati geni dell’intera storia, incarnò il perfetto intellettuale rinascimentale, occupandosi di diversi ambiti dello scibile umano. Fu infatti scienziato, inventore, matematico, anatomista, pittore, filosofo e scultore.
Nasce il 15 aprile 1452 ad Anchiano, frazione del comune toscano di Vinci, figlio illegittimo del notaio ventiseienne Piero da Vinci. A riportare la notizia è il nonno paterno Antonio, anch’egli notaio, il quale era solito registrare avvenimenti importanti per la famiglia. Egli annota che «Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile del 1452 in sabato a ore 3 di notte. Ebbe nome Lionardo». Il piccolo Leonardo cresce nella casa del nonno paterno, dove riceve una prima educazione privatamente, mostrando grandi attitudini al disegno sin da bambino.
Il padre Piero, impressionato dalle doti del figliolo, si decide a iscriverlo alla bottega di Andrea del Verrocchio, uno dei maggiori artisti nella Firenze dell’epoca. Qui, oltre ad migliorare le sue già innate doti per la pittura e la scultura, apprende nozioni di architettura e ingegneria. Ai primi anni settanta del XV secolo risalgono le prime opere indipendenti, delle quali buona parte è di ambito religioso. Per affinare il realismo della sua trasposizione su tela, si immerse in approfonditi studi dell’anatomia umana e della rifrazione della luce.
Negli anni ottanta si trasferisce nella Milano degli Sforza, dove entra nella cerchia di Ludovico il Moro, allora reggente per il giovane nipote Gian Galeazzo II. Nella città meneghina ha la possibilità di dimostrare il suo immenso talento in diversi campi. Qui, infatti, dipinge l’Ultima Cena, commissionata per il refettorio del santuario di Santa Maria delle Grazie, e la Dama con l’ermellino, che secondo diverse interpretazioni storiografiche rappresenterebbe Cecilia Gallerani, una delle amanti di Ludovico il Moro.
Nel 1499, a seguito della conquista francese di Milano, Leonardo lascia la città, cominciando a un periodo di fugaci soste in diverse città italiane. Prima Mantova, poi Venezia e quindi un ritorno a Firenze, dove un agiato mercante italiano, Francesco del Giocondo, gli commissiona il ritratto per la moglie Lisa Gherardini. E’ a seguito di questo incarico che realizza la sua opera più famosa: la Gioconda o Monna Lisa.
Nel 1508 torna a Milano, recentemente conquistata dalla Francia, chiamato dal governatore Charles d’Amboise. Quando nel 1513 i francesi sono cacciati dalla Lombardia, Leonardo è costretto ad un nuovo trasloco, questa volta direzione Roma. Ma nel 1517 cede alle richieste di Francesco I, re di Francia, e si trasferisce oltralpe, alloggiando nel castello di Clos-Lucé fornitogli dallo stesso monarca. Si porta dietro alcune opere che non aveva ancora ultimato: fra queste vi è proprio la Gioconda.
Il 2 maggio 1519, infine, cala il sipario sulla vita di uno dei più incredibili cervelli che l’umanità abbia mai avuto, strabiliante visionario in grado di dare realtà concreta ad invenzioni futuristiche che tanti suoi coevi neanche potevano visualizzare nella mente. Ebbe tuttavia una grande sfortuna, quella di nascere in una società preindustriale, che non era in grado di fornire materiale adeguato ai suoi progetti. Chissà se avesse potuto disporre della tecnologia produttiva migliore. Magari sarebbe davvero giunto a costruire il treno, come avviene nel celebre film di Benigni e Troisi Non ci resta che piangere.