Il bello della storia, in fondo, è che non finisce mai di stupire e di rinnovarsi. Un’eterna palingenesi creativa e divertente. Quello che vi racconteremo oggi ne è un esempio più che lampante. Ci occuperemo del villaggio romano di Calleva Atrebatum, nel sud dell’Inghilterra, vicino la cittadina di Silchester. Scopriamo insieme quali novità ci sono!
Procediamo con ordine e vediamo prima qualche notizia storica sul villaggio in questione. Calleva Atrebatum era un oppidum nell’odierna contea inglese dell’Hempshire. Ma cosa era un oppidum? Si trattava sostanzialmente di un villaggio fortificato all’interno dei territori imperiali romani. Questo, a differenza dell’urbe, non presentava alcun confine sacro, ma solo delle fortificazioni.
I primi scavi furono svolti dalla Society of Antiquaries of London tra il 1890 e il 1909, e fornirono diverse notizie sulla vita romana dell’aerea intorno al I secolo d.C., oltre che darci una mappa precisa della città fortificata. Il dato interessante (quello oggi smentito, per intenderci) riguarda la popolazione di Calleva Atrebatum, quantificata intorno ai 930 individui.
La pensano molto diversamente i due archeologi protagonisti degli studi più recenti. Parliamo di Scott Ortman dell’Università del Colorado Boulder e John Hanson dell’Università di Oxford. Secondo i loro calcoli, seguiti ad accurate analisi e studi del luogo, la città romana presentava ben 1115 abitazioni e una popolazione vicina ai 5500 individui.
Tale rivelazione porta a modificare anche le conoscenze connesse. La stima precedente portava a pensare, data la bassissima densità abitativa, che Calleva Atrebatum fosse un avamposto per i dirigenti romani. Sostanzialmente la abitavano i responsabili dell’ordine della provincia Britannica, creando una sorta di distretto amministrativo più che una città vera e propria.
I nuovi calcoli e le nuove scoperte parlano invece di una città a tutti gli effetti. Una vita cittadina che non si limitava ai semplici ruoli dirigenziali ma che aveva diversissime sfumature. Il bello della storia, come si diceva in apertura, è che cambia e che può sempre cambiare, e le nostre conoscenze possono anch’esse modificarsi, e meglio ancora ampliarsi.