Sebbene i primi veri movimenti femministi si inseriscano tra il XIX e il XX secolo con le suffragette, molto secoli prima una voce si contrappose alle ingiustizie subite dal mondo femminile. Quella voce apparteneva a Christine de Pizan, nata a Venezia nel 1364 e morta a Monastero di Poissy nel 1430 circa. De Pizan è riconosciuta in Europa come prima scrittrice di professione e, quattro secoli prima di Madame de Staël, la prima storica laica.
Sicuramente ebbe una vita un po’ diversa dalle altre donne del Medioevo. Ebbe, infatti, un padre di larghe vedute: Thomas de Pizan (italianizzato Tommaso da Pizzano), medico-astrologo laureatosi nell’Università di Bologna. Egli si trasferì successivamente a Venezia, dove nacquero Cristina e i suoi due fratelli. Re Carlo V di Francia lo volle come suo medico/astrologo personale e così tutta la famiglia si traferì a Parigi. È proprio qui che Christine iniziò i suoi studi.
Come già accennato, contrariamente alla tendenza del tempo, il padre le impartì un’educazione solida. Non solo imparò a leggere e scrivere, ma studiò anche i più famosi testi di letteratura antica, filosofia e medicina. Tuttavia, la fortuna non girò sempre a suo favore. Anni dopo ella perse il padre, il marito e anche Carlo V, protettore della famiglia. Così, all’età di 25 anni si ritrovò a dover mantenere da sola i suoi tre figli e la madre anziana.
È a questo punto che gli studi degli anni precedenti portarono i loro frutti. Iniziò a scrivere, e ne fece il proprio lavoro. Come lei stessa dice: “Allora diventai un vero uomo, non è una favola, capace di condurre le navi”, proprio perché era una prerogativa maschile quella di vivere autonomamente del proprio lavoro. Si mise a capo di una bottega di scrittura ma allo stesso tempo scriveva poesie e ballate, che raccolse nel Le Livre des cent ballades. Dopo la pubblicazione della raccolta, molti nobili dell’epoca le commissionarono diverse opere, tra questi Filippo II di Borgogna e Giovanni di Valois, fratelli di Carlo V. Scrisse, quindi, la biografia di quest’ultimo, riportando eventi di cui era stata testimone oculare e consultando fonti bibliografiche.
Il suo testo più famoso, però, è sicuramente Livre de la Cité des Dames (“La Città delle Dame“). Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, nacque in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio, Jean de Meung e del filosofo Mateolo, nonché ad altri testi avversi alla condizione femminile. De Pizan ne rimase sgradevolmente colpita, tanto da farne una questione da discutere a corte. Come lei stessa scrive: ”Sembrano tutti parlare con la stessa bocca, tutti d’accordo nella medesima conclusione, che il comportamento delle donne è incline ad ogni tipo di vizio”. Se da una parte i tre scrittori attribuiscono al genere femminile dubbio, malinconia, intemperanza, incertezza, dall’altra Christine presenta una società utopica e allegorica, in cui la parola ”dama” indica una donna nobile di spirito, non di sangue.
Nella città costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia (protagoniste del libro), la scrittrice racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse, scienziate e regine. Il tema centrale dell’opera è l’istruzione femminile, che la de Pizan avverte come fondamentale. L’impossibilità di accesso all’istruzione, unito all’isolamento delle mura domestica, avevano portato inevitabilmente ad una presunta inferiorità del genere femminile. Ma questo era esclusivamente culturale, e non naturale. Infatti, come ci tiene a sottolineare: ”una donna intelligente riesce a far di tutto e anzi gli uomini ne sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro”.
Tuttavia, l’intenzione della scrittrice non era quella di sovvertire lo status quo, anzi. Consigliava alle donne sposate: “non sdegnatevi di essere sottomesse ai vostri mariti, poiché non è sempre meglio per una persona essere libera”. Dopo Christine, dovranno passare altri 250 anni per vedere un’altra donna laurearsi: Elena Cornaro.