Almanacco del 20 aprile, anno 1303: Papa Bonifacio VIII promulga la bolla “In Supremae praeminentia Dignitatis“, con la quale istituisce lo Studium Urbis, oggi nota come Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Tra le più antiche del mondo – senz’altro la più antica di Roma – La Sapienza è la più grande università d’Europa per numero d’iscrizioni annuali. Tutto nacque quel 20 aprile di più di sette secoli fa.
Nella città di Roma, tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo operavano già delle istituzioni scolastiche. Esse erano tuttavia prive di un riconoscimento ufficiale da parte della corte papale. Bonifacio VIII, che tre anni prima aveva indetto il primo Giubileo, si decise nel 1303 a dar vita ad uno Studium che potesse “rivaleggiare” con i medesimi già esistenti nella penisola e altrove (vedasi la Sorbona nella Francia dell’odiato Filippo IV il Bello). Il papa collocò l’università fuori le mura vaticane. Ne decretò il finanziamento sfruttando gli introiti derivati dalla tassa sul vino e le donazioni da parte delle famiglie nobili della città.
La direzione dello Studium Urbis passò subito al Comune di Roma, perché nel 1309 iniziò la cosiddetta Cattività Avignonese (la quale durerà fino al 1377). Nonostante la lontananza del potere pontificio, l’università acquistò per tutto il Trecento fama e prestigio. Ci basti pensare che a partire dal 1363 la città stessa volle contribuire al finanziamento annuale, viste le entrate di cui godeva proprio grazie al flusso studentesco generato dalla Sapienza. Nella prima metà del XV secolo Papa Eugenio IV rimpolpò l’amministrazione universitaria, affiancando al Rettore altri quattro funzionari.
La sede di Trastevere non poteva più contenere il gran numero di studenti, perciò l’acquisizione di un nuovo spazio divenne strettamente necessaria. Il soglio pontificio acquistò un’area nel rione Sant’Eustachio. Ivi sorgerà due secoli dopo il Palazzo della Sapienza, oggi sede dell’Archivio di Stato. La rivoluzione rinascimentale non terminò qui. Più studenti non significò solo più spazi, ma anche una maggiore richiesta di docenti. Le cattedre aumentarono a dismisura tra XV e XVI secolo e con esse le materie di studio.
Leone X ancora nel Cinquecento si attivò personalmente per chiamare nell’Urbe alcuni dei principali studiosi ed intellettuali provenienti da tutta Europa. Le scienze mediche, così come l’insegnamento umanistico e matematico, conobbero un periodo di grandissima fioritura. Per lo Studium Urbis transitano Andrea Cesalpino (grazie al quale oggi sappiamo come funziona la circolazione sanguigna), Bartolomeo Eustachio (uno dei fondatori della scienza anatomica), Niccolò Copernico e molti altri ancora – fermandoci alla sola modernità, perché andando avanti con i secoli la lista di nomi diventerebbe smisurata.
Con la tarda Epoca Moderna e l’Età Contemporanea, La Sapienza di Roma conosce ulteriori rinnovamenti, modifiche strutturali e rivoluzioni metodologiche nonché istituzionali, diventando l’eccellenza che oggi conosciamo. Eppure tutto nacque nel lontano XIV secolo, il 20 aprile del 1303, da allora sembra passata un’eternità, sembra…