Almanacco dell’11 aprile, anno 1975: avviene la lottizzazione dei canali RAI. In un periodo di grande fermento sociale e politico, nei tumultuosi anni ’70, un baluardo di diffusione informativa non poteva non subire modifiche. Non certo diffusa come oggi, la televisione era già allora un’abitudine quotidiana per molta parte degli italiani. Lottizzare i canali voleva dire dividere le fonti di informazione, ergo maggiore imparzialità.
La Riforma della Rai, come è passata alla storia, si trova nella legge n°103 del 14 aprile 1975, ed è una pietra miliare di questo ambito di storia. Nella parole della legge stessa, i pilastri dell’informazione nazionale sono: “indipendenza, obiettività e apertura alle diverse tendenze politiche, sociali e culturali“. Quella che oggi definiamo libera informazione.
Talmente importanti furono considerati questi principi che, nello stesso anno, vide la luce una nuova istituzione importantissima. Parliamo della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Si tratta di un organo di vigilanza che doveva farsi garante dell’equità di spartizione dei canali informativi.
Tra i vari punti principali ci sarà, a garanzia di una più eterogenea informazione, il passaggio del controllo dell’informazione dal Governo al Parlamento italiano. Importantissima fu anche la conferma del monopolio statale sulle comunicazioni radiotelevisive. Su questo punto ci sarà uno scontrò a distanza di poco tempo con Silvio Berlusconi ed il suo colosso Fininvest.
Ma entriamo nel vivo della riforma: come vennero spartiti i canali e le radio? Rai 1 e Radio due andarono nelle mani della Democrazia Cristiana (DC). Rai 2 divenne baluardo invece del Partito Socialista Italiano (PSI), mentre Rai 3 si trovava divisa fra le influenze del Partito Comunista (PC) e quelle sempre della Democrazia Cristiana. Importante aggiungere che questo canale nasce proprio in quel periodo storico.
Da nominare, infine, è il direttore Biagio Agnes, che, negli anni della sua presidenza RAI, affidò in toto Rai 3 al Partito Comunista. Ciò garantì ancora maggiore differenziazione e creò un’amalgama abbastanza bilanciato. Pagine complesse di storia ma che riguardano un ambito e dei concetti che oggi purtroppo sembrano scomparsi.