Se pensate che questa sia una storia dai mille risvolti inattesi, ricca di spunti al limite del reale e di gesta a dir poco incredibili, stronco il mito prima ancora che nasca: non è così. La vicenda dei gemelli siamesi Giacomo e Giovanni Battista Tocci è una ed una soltanto, anche se il presente (allo stesso modo del passato) non sembra voler accettare questo dato di fatto. Farò meno l’enigmatico, lo prometto, ma prima voglio battere ancora un po’ su questo chiodo. Le false notizie (liberissimi di scegliere il corrispettivo anglosassone) non sono figlie dei nostri tempi, ma esistono da che l’umanità ha memoria.
A cavallo tra XIX e XX secolo, le bufale interessarono in modo pervasivo una famiglia piemontese di Locana. Perché? Semplice: in seno ad essa nacquero due gemelli siamesi destinati a suscitare un discreto scalpore. Il problema, però, è che sulla base di quelle notizie ipotetiche, oggi fondano la loro ragion d’essere alcuni racconti (non sempre scritti in malafede, c’è da dirlo) mille miglia lontani dalla realtà dei fatti – che neppure io conosco, in tutta onestà. Due paragrafi pieni per spiegare la scelta del titolo, il quale definisce bene i contorni entro cui mi muoverò per narrarvi una storia che ha tanto di ordinario e nulla di straordinario, eccezion fatta per la condizione genetica dei diretti interessati.
Detto ciò, iniziamo. Con tanti “se” e altrettanti “forse”, si può offrire al lettore una parvenza biografica di questi due individui incastonati nello stesso corpo. I gemelli Tocci nascono a Locana, in Valle Orco, non lontano da Torino, il 4 ottobre 1877. Papà Giovanni Battista e mamma Maria Luigia, che di certo non navigano nell’oro, decidono di sfruttare il fato e la peculiarità che contraddistingue i due nuovi arrivati per un tornaconto economico. I siamesi Tocci iniziano un tour che dall’Europa li fa sbarcare persino negli USA. Sono prodigi della natura, fenomeni da baraccone, e come tali si impongono all’attenzione pubblica e mediatica. Farli analizzare da esperti medici sarebbe troppo pericoloso per gli affari, almeno questa SEMBRA essere l’idea iniziale dei genitori.
Fatto sta che una volta negli States, uno studio in merito FORSE viene comunque affrontato. Si scopre che Giovanni e Giacomo, seppur condividendo la stessa pelle, in realtà detengono due personalità completamente differenti. Lo si evince anche banalmente dai gusti e le preferenze d’entrambi.
Ora, la LEGGENDA prende il sopravvento dal post-tour fino alla presunta data (o per meglio dire, le presunte date…) della loro morte. Questa sostiene come i gemelli siamesi Tocci, ricchi come mai avrebbero immaginato, tornano in Italia ad inizio Novecento per sperperare il monte di soldi accumulato. Di fatto si materializza una bella vita a Venezia, circondati dal lusso, quasi mai senza farsi vedere eppure trascorrendo il resto della loro esistenza in una condizione di semi-notorietà velata. Si sposano con donne differenti, fanno dei figli (forse no) e muoiono nel 1906, anzi no nel 1911, ops, scusate, nel 1922, ah, caspita questa regia, nel 1940!
Piaciuta la storiella? A molti sì, così tanto che ancora oggi, cercando informazioni sulla vicenda Tocci, potreste imbattervi nei dati di cui sopra come se fossero gelosi portatori di una verità unica ed indissolubile. Invece no, la REALTÀ dei fatti, o almeno quella che la fonte più attendibile (membri della famiglia Tocci, lontani parenti dei siamesi) riporta, è tanto meno scintillante quanto più ordinaria, per non dire lineare. Secondo quest’ultima, i gemelli sarebbero tornati in Italia nel 1894, accompagnati da papà Giovanni Battista e una nuova mamma, ovvero la loro zia. Venuta meno anche quest’ultima, papà Tocci si sposò una terza volta, con tale Domenica Vernetti.
Stando alle informazioni concesse dai discendenti della famiglia, i gemelli siamesi Tocci si spensero nello stesso anno del loro ritorno, il 1894. Non prima, tuttavia, di aver acquistato una grande abitazione a Vesignano (Comune di Rivarolo Canavese, Torino). La casa passò in mano al padre dei due. Là vi nacquero altri 17 membri della famiglia Tocci e la vita continuò a scorrere come sempre ha fatto. Ad oggi le delucidazioni sui protagonisti del nostro racconto continuano ad essere frammentarie. Se per esempio volessimo fornire uno spaccato caratteriale su Giovanni e Giacomo, non lo potremmo fare senza scadere nel fantastico o nel verosimile. Eppure alcuni continuano a cimentarsi nell’impresa, cercando di raccontare una storia straordinaria su due gemelli altrettanto straordinari. Ma la loro, per fortuna (aggiungo io), fu una vita ordinaria.